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HOME » L'ARIA CHE TIRA » ASSEMBLEA DEL PD, LOTTI INVITA A CONCENTRARSI SULLA SFIDA REFERENDARIA
Pubblicato il 23/07/2016 11:11

Assemblea del Pd, Lotti invita a concentrarsi sulla sfida referendaria

 Si parlera' "solo di politica estera" all'assemblea Pd. Matteo Renzi parlera' di Europa, della svolta che serve, con ancor piu' urgenza dopo la Brexit, nelle politiche dell'Unione europea. E naturalmente della minaccia rappresentata dal terrorismo, della necessita' di una risposta unitaria. Si annuncia dunque poco spazio per la politica interna e per i problemi del partito. Ma il tema e' sentito, assicurano dalla minoranza Dem, e non e' escluso che non venga sollevato nel dibattito assembleare. Una riflessione va fatta, riconosce Luca Lotti, ma non sulla struttura o composizione della segreteria, bensi' sulla "forma partito e su come rimettere a posto quello che non va". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio risponde a una domanda, giovedi' sera, alla festa dell'Unita' di Prato. Si era fatto il suo nome come nuovo vicesegretario unico, per prendere in mano le redini del partito. Lotti e' tranchant: "Non ci penso nemmeno", sbotta. Poi pero' aggiunge: "Non sta a me deciderlo, se mi verra' chiesto valuteremo la proposta". Dopo le comunali, in effetti, Renzi ha aperto alla possibilita' di un 'rafforzamento' della segreteria e una riorganizzazione sui territori. "Il partito qui sembra senza vita", denuncia da Napoli Antonio Bassolino. Ma non dovrebbe essere l'assemblea di domani, convocata all'hotel Parco dei principi di Roma, la sede per parlarne. Anche perche', osserva Lotti, non e' una questione di nomi o 'caselle': "Qualcosa in questi due anni di gestione della nostra segreteria forse non e' andato bene", dice da ex responsabile Organizzazione. Ma il vero tema e' come "aprire" il Pd anche a chi viene "da altri partiti", magari con forme di tesseramento a termine. Basta con le liti tra correnti: "E' finito quel tempo, ci portano via tutti". Di piu'. Lotti invita tutti a concentrarsi sulla sfida referendaria. La consultazione si terra' non a ottobre ma "a novembre" (il 6 e il 20 le date piu' 'quotate'). E da settembre il Pd ha programmato di lanciare la sua campagna a tappeto in tutta Italia per il si'. Ma il ministro Maria Elena Boschi si sta gia' spendendo in incontri alle feste dell'Unita' o nei nascenti  comitati: "E' facile dire No perche' non si offre un'alternativa, dire di si' e' invece coraggioso", suona la carica da Milano. Le riforme, aggiunge confermano la linea della spersonalizzazione, non sono "del governo o dei partiti ma riguardano tutti, a prescindere da chi si vota". Certo, ribadisce il ministro Andrea Orlando, se vincesse il no "ci sarebbero conseguenze politiche". Un punto su cui la maggioranza Pd preme e' la mancanza di un legame tra il referendum e la legge elettorale. Ma proprio sulle modifiche all'Italicum insiste la minoranza Dem: la richiesta di un'iniziativa ufficiale di Renzi per cambiare l'Italicum potrebbe essere esplicitata in assemblea. "Serve una svolta sociale e istituzionale anche per arginare i populismi", affermano i bersaniani. Mentre in politica estera sono piu' ridotte le distanze dalla linea di Renzi: serve uno "scatto, un contropiede" dell'Italia in Europ

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