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Pubblicato il 05/12/2012 10:10

Berlusconi pronto a lanciare Forza Italia 2

elezioni, berlusconi

Dietro lo stop  alla riforma elettorale in Senato, con la nuova rottura delle trattative con il Pd ci sarebbe lo 'zampino' di Berlusconi, determinato a tenersi il Porcellum e ad andare fino in fondo sulla crisi di governo qualora l'esecutivo non dovesse indire l'election day, con la tentazione di tornare sulla scena in tempi brevi

Ma tra i senatori pidiellini non regna l'unanimita': c'e' infatti una parte del gruppo a palazzo Madama che vorrebbe raggiungere l'accordo sulla riforma e modificare l'attuale sistema di voto anche per mettere i bastoni tra le ruote ai progetti berlusconiani, tra cui - elemento non indifferente - quello di continuare ad essere il deus ex machina delle candidature. Gasparri e Quagliariello riuniscono in serata il gruppo e tentano l'ultima mediazione per ricompattare i senatori. 

La proposta, viene spiegato, da sottoporre mercoledì 5 dicembre all'ex premier, e' di 1/3 dei candidati eletti con un listino e 2/3 con le preferenze; premio di maggioranza che scatta per chi ottiene il 40% dei voti o in alternativa un 'premietto' di una 50na di deputati al primo partito. Mercoledì 5 dicembre l'ex premier, salvo ripensamenti dell'ultima ora, dovrebbe far rientro a Roma: cancellata e rinviata alla prossima settimana la presentazione del libro di Vespa, il Cavaliere tuttavia riunira' a palazzo Grazioli - cosa che non accadeva da tempo - lo stato maggiore pidiellino. Una decisione che in diversi nel Pdl leggono come un segnale dell'intenzione di Berlusconi di tornare sulla scena ma 'in casa': secondo i rumors, infatti, le chance di 'ripescaggio' di Forza Italia dal cilindro sarebbero in calo, mentre la nuova tentazione del fondatore del partito di via dell'Umilta' sarebbe quella di riprendersi in mano le redini del Pdl abbondantemente rivoluzionato. Tra i motivi che starebbero spingendo l'ex presidente del Consiglio verso la 'riconquista' del partito i tempi stretti per la creazione, ex novo, di un altro soggetto politico. Ma c'e' anche la questione risorse - Berlusconi e' riottoso ad investire nuovi soldi - e le resistenze degli ex An a traslocare in un contenitore di destra. Non solo: l'accordo con Maroni sull'alleanza per le politiche non decolla (oggi il leader lumbard ha gelato le speranze berlusconiane, "corriamo da soli") e i sondaggi sembrerebbero premiare piu' una rivoluzione dell'esistente che un rilancio di Forza Italia.

Questo nuovo scenario, che circola con insistenza nei palazzi romani, ha messo in forte agitazione i pidiellini additati dall'ex premier come 'traditori'. E anche Alfano, nel caso il Cavaliere dovesse confermare questa tesi - ma sembra difficile che sveli ai big pidiellini i suoi piani e c'e' da tenere in conto un possibile nuovo cambio di rotta - avrebbe le 'mani legate'. Il segretario, infatti, ha sempre sostenuto che se Berlusconi tornasse in campo le primarie non avrebbero senso. Il Cavaliere, pero', continua a mantenere il riserbo sulle sue prossime mosse, senza archiviare la 'rinascita' del partito del '94.

Alfano ha avuto una lunga telefonata con Quagliariello sulla riforma del sistema di voto: la nuova frenata sulla legge elettorale fa temere i pidiellini 'anti ritorno del Cav' che l'annuncio sia imminente ed anche tra i fedelissimi di Berlusconi si indica il week end come plausibile 'B-day' (piu' probabile un annuncio via etere che un predellino bis in piazza). Altro tema caldo l'election day: Berlusconi sarebbe, viene riferito, fermamente saldo sulla linea della crisi di governo qualora l'esecutivo giovedi' non dovesse indire le elezioni regionali e politiche in un'unica tornata. Tuttavia, all'interno dello stesso partito regna lo scetticismo: e' un'arma spuntata, viene detto, perche' il Colle non sciogliera' mai le Camere prima di Natale. Resta sul tavolo l'opzione bis, ovvero chiedere l'election day il 10 marzo. C'e' poi da rilevare che non tutto il Pdl sarebbe pronto a seguire il Cavaliere sulla strada della crisi di governo: i filo montiani e l'area vicina a Cl nicchiano, anche Gianni Letta avrebbe piu' volte sconsigliato l'ex premier a intraprendere la linea dura.

Berlusconi, pero', appare sempre piu' determinato a condurre una campagna elettorale tutta contro il governo del Professore, prova ne e' la strada sempre piu' in salita della delega fiscale. Progetto che fa tremare chi, nel Pdl, non ha nessuna intenzione di ritrovarsi nel 'recinto del populismo di piazza', confessa un ex ministro. 

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