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HOME » L'ARIA CHE TIRA » BERLUSCONI RILANCIA ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Pubblicato il 15/10/2016 17:05

Berlusconi rilancia elezione diretta del Presidente della Repubblica

 "La nostra idea di riforma comprende l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, cosicchè siano i cittadini a scegliere davvero; il dimezzamento - e non una semplice riduzione - del numero dei parlamentari; il vincolo di mandato, per cui sia vietato agli eletti di cambiare schieramento (chi cambia idea deve dimettersi); poteri più forti al premier, per esempio quello di cambiare un ministro che non funziona; una vera riforma delle regioni nello spirito di un autentico federalismo; un limite in Costituzione alla pressione fiscale in rapporto al Pil". Lo ha affermato Silvio Berlusconi, sottolineando che la campagna di Forza Italia per il no al referendum sulle riforme del governo Renzi approvate dal Parlamento si accompagnerà ad un sì a "riforme istituzionali vere". "Siamo di fronte - ha sottolineato Berlusconi nell'intervento inviato agli organizzatori della "Festa Azzurra" di Forza Italia in svolgimento a Corato- al terzo governo consecutivo che non ha avuto il voto dei cittadini: non dobbiamo mai dimenticare che l'ultimo governo scelto davvero dagli italiani è stato il nostro, nel 2008. Noi siamo da sempre per le riforme, non certo per lasciare le cose come stanno. Fin dal 1995 io personalmente illustrai in parlamento la nostra idea dell'assoluta necessità di una profonda trasformazione delle istituzioni".

"Su questi contenuti, che abbiamo confrontato e condiviso con i nostri alleati - ha evidenziato il leader Fi- potremo costruire istituzioni più moderne, più efficienti e soprattutto più vicine ai cittadini. Solo così potremo dare una risposta credibile alla sfiducia di tanti elettori nei confronti non solo della politica, ma dello stato nella sua interezza, quella sfiducia che si manifesta nel crescente assenteismo elettorale come nel voto per forze politiche di sola protesta, come il Movimento Cinque Stelle, non in grado di governare una grande città e tanto meno un paese come l'Italia". 

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