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Pubblicato il 23/05/2016 08:08

Boschi pronta al passo indietro se vince il no al referendum

Scontro sempre piu' duro sul referendum costituzionale. Il ministro Maria Elena Boschi annuncia in tv che, come il premier Matteo Renzi, nel caso in cui vengano bocciate le riforme a ottobre, anche lei fara' un passo indietro "assumendosi insieme la responsabilita' di un progetto politico portato avanti insieme". A riaccendere le polemiche è invece una dichiarazione di commento alla decisione dell'Associazione Nazionale Partigiani di schierarsi a favore del fronte del "No" ad accendere la miccia delle polemiche: "Come direttivo nazionale l'Anpi ha preso una linea - afferma il ministro - ma ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno "Si'"". La minoranza dem insorge. "Come si permette la Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere?", protesta Pierluigi Bersani che accusa il governo di "gestione politica sconsiderata e avventurista" e mette in guardia dal "rischio di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale". Le parole di Umberto Lorenzoni, partigiano con il nome di battaglia "Eros", gettano benzina sul fuoco: "I partigiani veri voteranno tutti per il "No". Non consentiremo che una dama bellina storpi la Costituzione conquistata col sangue di migliaia di partigiani. L'Anpi ha votato e ha deciso all'unanimita' "No" alla riforma". Per la Boschi si tratta di "evidenti strumentalizzazioni". "Non mi sono mai sognata di dare patenti ai partigiani, ne' di distinguere tra i partigiani veri o meno veri - afferma - Ho solo detto che fra i partigiani che hanno combattuto la Resistenza, ce ne sono molti, come ad esempio il comandante Diavolo, Germano Nicolini, 97enne, che hanno annunciato il loro "Si'"". A difesa del ministro si schiera Ernesto Carbone: "Tentare di strumentalizzare, come fa Bersani, e' meschino". Sul tema riforme interviene l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Se ci fosse una sconfitta sulla riforma della Costituzione e' chiaro che il premier si troverebbe in una situazione estremamente difficile. Ma noi dobbiamo parlare della riforma che e' necessaria all'Italia". L'opposizione bolla le polemiche come una "faida interna al Pd" e un tentativo di coprire "difficolta' alle amministrative" di giugno. "Il Paese non riparte. Lo dicono Pil, numero degli occupati, cuneo e pressione fiscale che non scendono", commenta Giovanni Toti. Critico Luigi Di Maio del M5S: "La campagna referendaria la utilizzano per coprire i pessimi risultati che hanno paura di raggiungere. Boschi minaccia addio? Potrebbe trasformarsi in un boomerang e tentare i cittadini". Per la Lega, invece, "e' inaccettabile che Boschi ribalti la posizione dell'Anpi, perche' questo comportamento fa pensare alla Repubblica di Salo'", commenta Roberto Calderoli. Nel Pd il punto di divisione tra maggioranza e sinistra resta la legge elettorale. La minoranza chiede cambiamenti all' Italicum. "Il mio "Si'" e' vincolato alla sua modifica - afferma Miguel Gotor - l'incertezza del voto austriaco ci consente di vivere in anteprima la sconsideratezza di un sistema come l'Italicum". Ma la Boschi non sente ragioni: "La legge elettorale l' abbiamo votata. E' questa e funziona perche' evita di attuare gli inciuci. Abbiamo proposto riforme che tengono insieme riforma e legge elettorale". Poi rilancia la palla: "Non votare le riforme in modo coerente con quanto hanno fatto in Aula e' difficile da spiegare ai cittadini". 

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