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Pubblicato il 30/01/2014 23:11

Italicum, la proiezione Demopolis lascia 5 partiti in Parlamento

l'aria che tira

 L'iniziativa Renzi-Berlusconi per il cambiamento della legge elettorale e il superamento del bicameralismo perfetto registra l'apprezzamento di una larga maggioranza dell'opinione pubblica: per il 71% degli italiani, intervistati per la trasmissione Otto e Mezzo dall'Istituto Demopolis, l'accelerazione voluta dal segretario del Pd sblocca un processo di riforme fermo da anni; un terzo dei cittadini ritiene però che siano ancora sottovalutate le resistenze dei partiti e del Parlamento, mentre il 30% considera sbagliato l'accordo Pd-Forza Italia che restituisce centralità politica a Silvio Berlusconi. Il disegno di legge è da oggi pomeriggio al vaglio dell'Aula di Montecitorio. Le simulazioni, effettuate da Demopolis dopo l'ultimo accordo siglato ieri, spiegano in ampia parte le ragioni del confronto politico in atto da giorni: se si tornasse alle urne senza una nuova legge elettorale, con il "proporzionale" derivante dal Porcellum modificato dalla Consulta, quasi tutte le forze politiche tornerebbero in Parlamento, ma nessuno schieramento sarebbe neanche oggi in grado di raggiungere i 316 seggi necessari per la maggioranza: il Centro Sinistra si fermerebbe a 225 deputati, il Centro Destra a 220, Grillo a 145. Con l'Italicum - secondo la simulazione del Barometro Politico Demopolis - ci sarebbero alla Camera 5 partiti, qualunque sia la coalizione vincente. Per il Centro Sinistra, soltanto il PD, con 324 seggi in caso di vittoria o 180 in caso di sconfitta. Circa 115 deputati andrebbero al M5S. Per il Centro Destra, entrerebbero a Montecitorio Forza Italia, con 230 o 126 seggi in base all'esito elettorale, oltre al partito di Alfano ed alla Lega Nord, tornata da ieri in gioco grazie alla clausola di rappresentanza territoriale.

I possibili effetti sull'attribuzione dei seggi spiegano facilmente alcune resistenze in Parlamento: con la nuova legge proposta, Grillo sarebbe penalizzato e perderebbe oggi circa 30 seggi rispetto a quelli conquistabili con il proporzionale. Ma risulterebbero penalizzate soprattutto le liste sotto il 4,5% che - in base alle attuali intenzioni di voto - rimarrebbero escluse anche se coalizzate: è il caso ad esempio di Fratelli d'Italia con An, di Sel di Vendola, dell'Udc e di Scelta Civica, decisamente lontani anche dalla nuova soglia di accesso ipotizzata. Secondo l'Istituto diretto da Pietro Vento, Centro Sinistra e Centro Destra si attestano oggi entrambi intorno al 35%, separati da appena mezzo punto percentuale: al 35,2% la coalizione di Renzi, al 34,7% quella di Berlusconi. Entrambe in grado di superare facilmente l'asticella del 35% al primo turno. Più distante, al 22,6%, il Movimento 5 Stelle, caratterizzato da un consenso molto variabile e trasversale, in uno scenario in cui oltre oltre un terzo degli italiani sceglierebbe oggi l'astensione. Se si tornasse oggi alle urne, nessuno dei due principali schieramenti raggiungerebbe al primo turno la soglia del 37% fissata dal nuovo accordo di ieri tra Renzi e Berlusconi, al fine di evitare eventuali rilievi della Consulta sul premio di maggioranza. Si renderebbe così necessario il secondo turno di coalizione. Come voterebbero gli italiani oggi, in caso di ballottaggio? Secondo l'Istituto Demopolis, il 54% sceglierebbe il Centro Sinistra guidato da Renzi, il 46% voterebbe il Centro Destra. Alla Camera, grazie al premio di maggioranza, il Pd avrebbe 327 seggi, il M5S 115; 32 andrebbero al Nuovo Centrodestra, 124 a Forza Italia, 20 alla Lega

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