Consultazioni approfondite, di certo non facili. Sergio Mattarella aprira' domani alle 18 lo studio alla vetrata per la prima volta nel suo settennato, per ricevere istituzioni e gruppi parlamentari dopo che con le dimissioni di Matteo Renzi, presentate stasera alle 19, si e' ufficialmente aperta la crisi di governo. L'intenzione e' di sentire con attenzione tutte le forze presenti in Parlamento, come gia' fatto dai suoi predecessori, per verificare se esiste la possibilita' di dare vita a un esecutivo che affronti i problemi aperti, in primis la riforma della legge elettorale, ma senza dimenticare le urgenze anche economiche ancora da risolvere. Per questo il Capo dello Stato, dopo aver sentito domani i presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il presidente emerito Giorgio Napolitano, incontrera' venerdi' tutti i gruppi. Sabato saliranno poi al Quirinale le formazioni con piu' parlamentari, dalla lega a Sinistra italiana. Poi dopo la pausa di mezzogiorno, ricevera' Forza Italia, M5s, che molto probabilmente non sara' rappresentato da Beppe Grillo, e alla fine il Pd, che sara' rappresentato dai capigruppo di Camera e Senato, dal vicesegretario e dal presidente del partito. A quel punto molto probabilmente si riservera' qualche ora per esaminare le diverse possibilita' che i partiti gli avranno rappresentato e gia' lunedi' potrebbe convocare i giornalisti per annunciare la sua prima decisione. Questo per quanto riguarda i tempi. Sui contenuti tutto e' ovviamente aperto, in altri tempi si sarebbe parlato di 'crisi al buio'. E non a caso il presidente Mattarella ha accolto le dimissioni di Matteo Renzi con riserva, lasciandosi cosi' aperta anche la porta di un rinvio alle Camere dello stesso esecutivo Renzi, respinto finora ufficialmente dal premier ma a cui lavorano in molti. La posizione del Pd, espressa da Renzi in direzione e riferita poi al Capo dello Stato, e' di totale affidamento da parte dei dem alle decisioni del Presidente. Il premier dimissionario intende infatti scacciare da se' l'impressione di voler 'restare attaccato alla poltrona' ed ha accolto malvolentieri il richiamo contrario a un voto anticipato in tempi rapidissimi.
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