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Pubblicato il 17/09/2016 21:09

Parisi scende in campo e attacca Renzi

Un'ora di discorso per il debutto ufficiale di Stefano Parisi sulla scena della politica nazionale con la convention "Energie per l'Italia". Dopo una partenza un po' in sordina e le perplessita' sulla platea molto eterogenea (Cl, ex FI, centristi, Family day solo per citare chi era seduto in platea) l'ex direttore di Confindustria non solo prova a fare chiarezza sulla sua mission "siamo qui per costruire la nuova speranza per l'Italia", ma soprattutto, come se fosse il leader dell' opposizione lancia un duro affondo contro Matteo Renzi. Il lessico pero' non e' quello usato da Silvio Berlusconi. Per Parisi, il premier non e' "un pericolo per la democrazia e non si rischia nessun colpo di Stato", semmai il giudizio e' ancora piu' severo: "Con lui si rischia la morte del Paese". E se i passaggi contro il presidente del Consiglio sono scanditi da applausi, quello piu' sonoro la platea lo riserva all'affondo contro Raffaele Cantone, presidente dell'autorita' nazionale anticorruzione: "Ma in Italia serve l'autorita' anticorruzione?", domanda l'ex Ad di Fastweb che subito fornisce anche la risposta: "Si tratta di una nomina fatta dal presidente del Consiglio quindi non so che imparzialita' abbia. Ogni giorno dice la sua su persone, gare, anche sulla cannabis".

L'ex manager si lancia poi in una difesa di chi riceve gli avvisi di garanzia "magari se ne ha diversi e' perche' hai lavorato bene" ed invita a considerare l'ambiente come una grande "opportunita'". "Lo abbiamo visto con il tema del terremoto", osserva. Le critiche pero' non si esauriscono all'Anac, sul banco degli imputati torna di nuovo Renzi. Il premier, bollato come "maestro di furbizie", viene accusato di "prendere in giro gli italiani" con la riforma Costituzionale ("Io votero' no", ribadisce Parisi) ma soprattutto criticato per non avere una linea chiara sulla politica estera. Il summit europeo a Bratislava offre lo spunto all'ex direttore di Confindustria per accusare il governo di "essere debole in politica estera". "Non possiamo andare a Ventotene a cercare il nostro futuro - e' l'accusa - perche' quell' Europa di Spinelli forse non c'e' mai stata e sicuramente non c'e' oggi". Insomma l'invito e' a cambiare registro a partire dai temi piu' stringenti come quello dell'immigrazione: "Se l'Italia va in Europa con il cappello in mano la sua credibilita' diventa pari a zero". Messo in chiaro chi sia l'avversario da battere, Parisi si concentra sul suo principale obiettivo: ricostruire il centrodestra. Nelle sue parole non mancano omaggi al Cavaliere, in particolare a quel manifesto delle liberta' del 1994. Non e' un caso pero' che l'ex manager usi il passato per descrivere quel programma che non solo ha "perso nel tempo un po' la spinta per lo sbandamento del centrodestra negli ultimi anni", ma sopratutto "quelle politiche vanno aggiornate". Un compito che Parisi ha intenzione di svolgere in prima persona consapevole pero' che senza un'alternativa credibile e l'unita' della coalizione non si puo' andare lontani. Sotterrata l'ascia di guerra, l'ex ad di Fastweb tende la mano agli alleati: "Noi - spiega - non vogliamo essere una setta, solo uniti possiamo vincere rappresentando tutte le diversita'". Certo, l'ex manager e' consapevole che per poter trattare con la Lega e per mettere a tacere gli avversari dentro Forza Italia, il suo progetto politico deve iniziare a prendere corpo e radicarsi sul territorio tanto che dal palco della convention, Parisi fa sapere di essere pronto a "dare una mano" a quanti intendano replicare, anche a livello locale, la due giorni milanese. Chi resta alla finestra in attesa di capire gli sviluppi e' Silvio Berlusconi. La strategia dell'ex premier rimane quella di proseguire con un low profile prima di esprimere il suo giudizio definitivo.

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