"Il governo è favorevole alla contrattazione di secondo livello. Nella passata legge di Stabilità c'era già una tassazione agevolata al 10% del salario di produttività. È nostra intenzione rafforzare questa misura con la prossima manovra. Inoltre, in questa fase, le parti sociali hanno il compito di occuparsi della riforma del modello contrattuale ed è bene che lo facciano". E' quanto afferma il ministro del welfare Giuliano Poletti in una intervista al Corriere della Sera nella quale tuttavia non intende rispondere sull'ipotesi che le parti sociali non riescano a trovare un accordo. "Preferisco non rispondere perché c'è un confronto tra imprese e sindacati". Poletti poi parla sul confronto con i sindacati sulle pensioni sottolineando che "lo sforzo sarà coniugare i temi della discussione con i vincoli di bilancio". Alcuni temono che l'eventuale intesa ipotechi le risorse della manovra. Al riguardo Poletti rileva che "contrapporre politiche sociali e politiche per la crescita è un errore. Le politiche sociali e per l'equità sono infatti necessarie per la crescita perché, oltre che sostenere la domanda, migliorano il clima sociale generando aspettative positive. Gli interventi sociali e per le imprese debbono camminare insieme, in un giusto equilibrio". Tornando sul tema pensioni, Poletti non indica cifre. "Non si può dire adesso quale sarà la dimensione dell'intervento. Certamente vogliamo sostenere le pensioni minime, varare l'Ape e risolvere la questione delle ricongiunzioni onerose, è una questione di equità: non possiamo far pagare altri costi a chi ha già versato i contributi ma in gestioni diverse".
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