Matteo Renzi prova a dare la spinta alla campagna per il Si' al referendum, e riporta in piazza il Pd a Roma, in piazza del Popolo. E assicura che il futuro e' da questa parte. Perche' per il No e' la "vecchia guardia" che in passato ha "fallito" e ora vuol "far fallire" un tentativo di riforma che e' solo, assicura il premier, il "punto di partenza" per riuscire poi liberarsi di quei "vincoli europei che non servono a niente". Ma a guastare la festa c'e' l'assenza di un pezzo del Pd: disertano piazza del Popolo gli esponenti della minoranza Dem che sono per il No. C'e' solo Gianni Cuperlo, impegnato in un estremo tentativo di mediazione: se fallira', avverte, anche lui dira' No. Il Pd si riappropria della piazza del Popolo che si era vista soffiare dal M5s nell'ultima campagna elettorale. L'impegno e' massiccio: il segretario fa un sopralluogo in nottata. Con i migliaia di militanti da tutta Italia viaggiano ministri e dirigenti, in una festa di selfie, video e 'Bella ciao' intonata in coro. La piazza e' piena, anche se non stracolma.
Renzi prende la parola alle 17, accolto dalle note di "O sole mio" che canticchia con la piazza. E assesta subito le prime bordate al M5s. "Non basta dire onesta', bisogna essere concreti". E poi ironizza: "Nessuno si permetta di lasciare un frigo in piazza...". Ce n'e' anche per tutti quelli che hanno votato "sei volte la riforma in Parlamento" (inclusi alcuni Pd) e adesso votano No. E per FI con la quale, rivendica, la rottura si e' consumata perche' il Pd non ha accettato di fare "inciuci sui valori", al momento dell'elezione di Mattarella al Colle. La voce si fa grossa quando il discorso va sull'Europa. C'e' lo scontro in corso con Victor Orban: "Prima di parlare dell'Italia si sciacqui la bocca". E c'e' la battaglia "non demagogica" sulle politiche economiche: "Nel 2017 - avverte Renzi, aprendo un nuovo fronte - in Ue arrivera' a scadenza il fiscal compact: non accetteremo di inserirlo nei trattati Ue". E poi c'e' il Pd. "In questi mesi abbiamo avuto qualche litigio di troppo, ma il nostro destino non e' litigare ma cambiare l'Italia, adesso!", dice Renzi, invocando unita'. E torna ad avanzare il sospetto che quel pezzo di minoranza Pd che vota No in dissenso sulla legge elettorale, voglia usare l'Italicum "come alibi": "Questa legge per me va bene ma non ho 'aperto', ho 'spalancato' la porta a modifiche", scandisce. Come a dire: di fronte a questo impegno, il No non si giustifica. Solo poche parole, perche' non tolgano spazio al messaggio di mobilitazione per il referendum: "Con il No rischiamo di metterle indietro di una generazione", avverte. "Il vero partito della nazione, che vuole bloccare l'Italia, e' quello del No, che va da Brunetta a Travaglio, da Monti a Salvini, da Berlusconi a D'Alema". Renzi chiede ai militanti di impegnarsi invitando a cena cinque amici o colleghi. E invita i giovani ad andare nelle universita', a parlare alla fascia di eta' che secondo alcuni sondaggi sarebbe piu' critica. Infine una stoccata, tra i fischi della piazza, a Massimo D'Alema: "Un sindacalista dei pensionati mi ha detto: Noi votiamo Si', perche' li abbiamo visti all'opera". Cuperlo, spronato dai militanti in piazza a votare Si' ("Molti hanno votato per me al congresso", nota), avverte che lavorera' fino alla fine per un "accordo" sull'Italicum ma si puo' riuscire solo se Renzi si fa "carico di chi non c'e'". Ovvero i bersaniani, gelidi sulla scelta di Cuperlo di essere in piazza. "Una parte significativa dei nostri elettori - dice Roberto Speranza - oggi non c'era perche' pensa di votare No. Vanno rispettati o il rischio e' che non si sentano piu' a casa nel Pd". Da fuori, intanto, Luigi Di Maio attacca: "La campagna per il Si' e' pagata dagli italiani". E Matteo Salvini si spinge oltre: "Temo brogli sul voto di 4mila italiani all'estero".
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