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Pubblicato il 16/01/2014 06:06

Renzi incontra Alfano per parlare di legge elettorale

Matteo Renzi e Angelino Alfano si vedono a Roma per parlare di legge elettorale. Al termine, si segnalano "posizioni invariate". Stallo, insomma. Alfano avrebbe tenuto il punto sul sistema a doppio turno dei sindaci e su un accordo da cercare innanzitutto nella maggioranza. Renzi avrebbe ribadito che non puo' non lavorare a un'intesa con tutti, inclusa FI. Per il segretario il metodo non si discute: percio' non si cura delle critiche (e le grane) che gli arrivano ora pure dal Pd, con la minoranza bersaniana apertamente in dissenso. Il sindaco e' alla stretta finale. E intensifica la "girandola di incontri" per capire quale intesa e' possibile. Dopo Mario Monti, il segretario ha parlato ieri con Denis Verdini e Pier Ferdinando Casini. Poi in mattinata a Roma vede prima Angelino Alfano, in un albergo del centro, poi a pranzo in un ristorante poco distante, Nichi Vendola. Domani ha in agenda Fdi e potrebbe tornare a vedere Enrico Letta. "Ci sentiamo tutti i giorni", taglia corto Renzi. Ma il colloquio puo' essere importante anche in vista della direzione Pd del pomeriggio, dove e' difficile che il segretario scopra le carte, a trattativa ancora in corso, ma potrebbe dare qualche indizio sulla piega che sta prendendo. Dopo il faccia a faccia, in ogni caso, non si segnalano passi avanti nel dialogo tra Renzi e Alfano. I due se le danno di santa ragione in pubblico da giorni ("L'agenda la dettiamo noi", ha detto il sindaco; "Non ce la facciamo dettare da nessuno", ha replicato il vicepremier). Ncd sente il Pd sempre piu' ostile, dalle unioni civili, all'interrogazione sul caso Shalabayeva. Il grande gelo e' calato ieri, quando il sindaco ha additato come "un clamoroso passo indietro" la proposta di Ncd sulla riforma del Senato (il Pd punterebbe a una Camera delle Regioni con 100 senatori non eletti e non pagati). Ma se i due concordano di lasciare a Letta la sintesi sull'agenda di governo, e' sul metodo scelto da Renzi sulla legge elettorale che la tensione resta alta: Ncd boccia lo spagnolo, e' molto critico sul Mattarellum e, soprattutto, si sente inascoltato sul sistema dei sindaci. I contatti proseguono infatti con FI, a piu' livelli. In Parlamento, ci pensano Maria Elena Boschi e Dario Nardella. Fuori dal Parlamento, si segnala un incontro nella sede di FI tra Verdini e il politologo di riferimento di Renzi, Roberto D'Alimonte. Un colloquio 'tecnico', preparatorio del vertice che il sindaco potrebbe tenere, dopo la direzione Pd, con Berlusconi per "provare a chiudere".

Sembrano salire le quotazioni del Mattarellum 'corretto', con cui Renzi avrebbe il sostegno di Sel e Sc, ma potrebbe provare a convincere una parte dei 5 Stelle a sfidare la linea dettata da Gianroberto Casaleggio: no alle "incostituzionali proposte di Renzi" e voto subito col proporzionale scritto dalla Consulta. I renziani temono che il fronte dei proporzionalisti guadagni terreno, nella minoranza Pd come tra i centristi e in Ncd, oltre che nel M5S. E classificano come una "grana attesa", l'aprirsi di un fronte interno, con il bersaniano Alfredo D'Attorre che boccia il dialogo con Berlusconi. Ma Renzi resta fermo: "Le regole non le scriviamo a colpi di maggioranza". 

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