"Ogni terremoto ha la sua storia, non voglio giudicare le scelte fatte nel 2009 all'Aquila. Pero' stavolta a decidere saranno i sindaci. E credo che tutti preferiranno ricostruire il proprio paese li' dov'era". Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio si dice sicuro che i sindaci interessati dal sisma diranno di no alle new town. "La decisione verra' presa quando usciremo dall'emergenza vera e propria. Quando imposteremo la ricostruzione daremo la parola a chi rappresenta la gente del posto", assicura Delrio. I tempi piu' lungi della ricostruzione rispetto alle new town sono "il vero problema. Il tema e' ridurre al minimo la durata degli attendamenti e far ripartire subito i servizi, a cominciare dalle scuole: non dico fin dal primo giorno, ma subito dopo i bambini dei paesi colpiti dovranno tornare sui banchi". Sulla nomina di un commissario del governo "decideremo con calma. Il tempo del dolore e dell'emergenza non e' finito. Pero' so per esperienza che ha funzionato bene il modello dell'Emilia Romagna dove il commissario era il presidente della Regione", dichiara Delrio. "Le scelte vanno concordate con il territorio, fatte insieme e non calate dall'alto. Altrimenti non funzionano". Sull'esclusione dei soldi spesi per l'emergenza e la ricostruzione dal tetto del 3% per il deficit, "siamo davanti a circostanze eccezionali, non credo ci siano dubbi nemmeno in Europa. Sarebbe importante che restassero fuori anche i soldi che spenderemo per prevenire queste tragedie", dice il ministro. In merito alla stima di 360 miliardi di euro necessari a mettere in sicurezza tutte le costruzioni italiane, "l'ordine di grandezza e' quello e nel lungo periodo non solo ce la possiamo ma ce la dobbiamo fare. Anche perche' solo tra il 2010 e il 2012 abbiamo speso 4 miliardi di euro per riparare i danni", rileva Delrio, secondo cui, accanto a "un intervento diretto dello Stato" occorre "rafforzare gli sconti fiscali per chi fa interventi di ristrutturazione antisismica".
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