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Pubblicato il 30/08/2015 20:08

Riforme, la minoranza Dem si prepara alla sfida in Senato

La minoranza Dem chiede al premier Matteo Renzi di dimostrare l'annunciata disponibilita' al confronto sulla nuova Costituzione. Il primo banco di prova dei rapporti all'interno del Pd, dopo la pausa estiva, sara' in Senato, dove si discuteranno le riforme con le opposizioni che promettono battaglia e dove 25 senatori Dem dissidenti insistono con la necessita' di riaprire il capitolo legato alla elettivita' diretta dei senatori. Un capitolo, che Renzi dice di non considerare nevralgico ma che gli sembrerebbe "incredibile" modificare dopo il doppio si' gia' incassato in Parlamento durante l'esame del provvedimento. L'unico punto indiscutibile, aggiunge comunque, e' il superamento del bicameralismo perfetto.

La lotta politica bisogna "lasciarla fuori da lavori parlamentari - ammonisce pero' il capogruppo Pd in Senato Luigi Zanda - e va fatta dentro al partito". Il presidente del consiglio ostenta intanto sicurezza sui numeri a Palazzo Madama, dove potra' contare anche sulla pattuglia dei verdiniani, ma qualora le opposizioni si saldassero le decine di votazioni potrebbero nascondere piu' di qualche insidia per il governo. E dunque "la logica del braccio di ferro va abbandonata - dice Cesare Damiano (Pd) - Non serve minacciare elezioni anticipate o Vietnam. Serve invece ricercare una soluzione politica". E che secondo il presidente della commissione Lavoro della Camera potrebbe consistere nel ripescare il listino da votare al momento delle elezioni regionali. Ma c'e' chi non crede che la volonta' di dialogo sia reale: "La verita' - e' la tesi di Massimo Mucchetti - e' che Renzi non ha alcuna voglia di confrontarsi e piu' semplicemente vuole la conta e cerca di costruirsi una maggioranza di transfughi da Forza Italia e, forse, da Sel e M5S". Obiettivo che pero', almeno per quanto riguarda Sinistra ecologia e liberta', assicura la capogruppo al Senato Loredana De Petris, non sara' raggiunto: "Posso capire la disperazione del governo e della stampa che lo appoggia dal momento che al Senato i numeri per approvare la riforma non ci sono. Ma Renzi dovra' andarli a cercare da qualche altra parte". "Lo aspettiamo in Parlamento - avverte Maurizio Gasparri di Fi - dove per fare le riforme dovra' fare i conti con i numeri e con la realta'".

Numeri e realta' che anche la Lega di Salvini promette amara rilanciando l'invito a dare la 'spallata' a Renzi "che prima va a casa e meglio e'"

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