Cinque aziende su otto chiedono prestiti in banca per pagare le tasse. E' uno degli ultimi risvolti della crisi finanziaria e della recessione economica, a cui si e' aggiunto, nel nostro Paese, un pesante inasprimento della pressione fiscale. Ragion per cui oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane e' stato costretto a ricorrere a un finanziamento per onorare le scadenze fiscali. Emerge da un sondaggio del Centro studi Unimpresa, condotto fra le 122.000 imprese associate sulla base dei dati raccolti al 30 giugno 2013. E c'e' l'Imu in cima alla lista dei balzelli che hanno spinto gli imprenditori a rivolgersi agli istituti di credito. Quanto ai settori produttivi, sono gli operatori turistici (per gli alberghi), le piccole industrie (per i capannoni) e la grande distribuzione (per i supermercati) quelli maggiormente esposti con le banche a causa dei versamenti fiscali sugli immobili e, piu' in generale, per tutti gli adempimenti con l'Erario. "Pur ribadendo una contrarieta' di fondo a qualsiasi innalzamento dei tributi, potremmo dare il nostro assenso a un eventuale scambio fra l'innalzamento dell'aliquota Iva dal 21% al 22% controbilanciato pero' da un taglio del cuneo fiscale", spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Gli ostacoli maggiori sono stati riscontrati per le categorie che basano piu' di altre la loro attivita' imprenditoriale proprio sugli immobili. Si tratta degli operatori turistici (con i proprietari di alberghi in cima alla classifica), delle piccole industrie e delle fabbriche (per i capannoni) e del comparto della grande distribuzione organizzata (per i cosiddetti supermercati)
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