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Pubblicato il 22/01/2016 11:11

Dossier Pendolaria di Legambiente mostra Italia a 2 velocità

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E' un'Italia a due velocita' quella emersa oggi a Napoli nel corso della presentazione di Pendolaria 2015, il dossier di Legambiente che traccia un quadro sulla situazione e sugli scenari del trasporto ferroviario pendolare in tutt'Italia. Si passa dai successi dei Frecciarossa e di Italo, ai tagli a treni regionali e Intercity: fanalino di coda - con qualche eccezione - ancora una volta e' il Sud, dove i treni regionali sono sempre piu' vecchi, lenti e lontani dagli standard europei. Nel rapporto di Legambiente (secondo la quale l'avvicendamento tra Maurizio Lupi e Graziano Delrio al ministero delle Infrastrutture ha portato alcuni cambiamenti positivi) e' stato rilevato che, complessivamente, in tutto il Meridione, viaggiano meno treni che nella sola Lombardia. In Italia, le persone che usano il treno sono comunque in aumento, soprattutto i Frecciarossa e Italo, e ai mezzi sempre piu' moderni e veloci che transitano tra Salerno, Torino e Venezia, fanno da contraltare la progressiva riduzione degli Intercity e dei convogli a lunga percorrenza su tutte le altre direttrici nazionale, dove si e' fermi agli anni '80. Sono due milioni e 842mila - evidenzia Pendolaria 2015 - i passeggeri che ogni giorno usano il servizio ferroviario regionale con un aumento del 2,5% rispetto al 2014. In Lombardia sono arrivati a 703mila (con un +4,9%), crescono anche in Puglia (+2,8%), mentre diminuiscono in Sardegna (-9,4%) e in Umbria (-3,3%). Emblematica la situazione in Campania, dove malgrado i pendolari siano tornati a crescere, siamo comunque a -130mila al giorno rispetto al 2009, e in Piemonte, dove dopo la cancellazione di 14 linee, sono 35.000 i viaggiatori al giorno in meno rispetto al 2011. La ragione di queste differenti dinamiche - spiega il dossier di Legambiente - e' nei tagli al servizio ferroviario regionale che, dal 2010, sono stati pari al 6,5%, con punte del 18,9% in Basilicata, del 26,4% in Calabria, del 15,1% in Campania e del 13,8% in Liguria. In parallelo il record di aumento del costo dei biglietti si e' registrato in Piemonte con +47%, in Liguria del 41%, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. In alcuni territori sono invece proprio scomparsi i treni, visto che in questi anni sono state chiusi 1.189 chilometri di linee ferroviarie. "Il trasporto ferroviario, con i problemi che vivono ogni giorno i pendolari nelle citta' e nei collegamenti al Sud, sono una grande questione nazionale, - sostiene Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - e' un tema, oltre che ambientale, di dignita' e diritto alla mobilita' che riguarda milioni di cittadini". Zanchini chiede "un immediato cambio delle priorita', per passare dalle grandi opere a quelle utili e urgenti nelle citta' e per migliorare i collegamenti al Sud che sono privi di finanziamenti. Inoltre mancano le risorse per  comprare quei 1.600 treni indispensabili a rilanciare il trasporto ferroviario regionale".

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