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Pubblicato il 11/12/2015 12:12

Il tasso di disoccupazione scende nel 3° trimestre

osservatorio

Dati Istat

Il tasso di disoccupazione scende nel 3° trimestre in misura significativa, passando dal 12,3% all'11,7% rispetto al trimestre precedente e diminuendo ulteriormente all'11,5% nel mese di ottobre. Lo fa sapere l'Istat.

Un elevato titolo di studio si conferma un vantaggio nel mercato del lavoro. Lo rileva l'Istat sottolineando che il tasso di occupazione cresce di piu' fra i laureati, attestandosi al 75,7% (+0,8 punti sul terzo trimestre 2014) rispetto al 63,2% di quello dei diplomati e al 43,5% del tasso riferito a chi ha al piu' la licenza media (+0,7 e +0,5 punti, rispettivamente). La riduzione del tasso di disoccupazione e' invece diffusa rispetto ai diversi livelli di istruzione, mentre il tasso di inattivita' cresce solo tra quanti possiedono fino alla licenza media.

Cala il numero delle persone in cerca di occupazione e scende anche il numero di coloro che sono 'scoraggiati': a tracciare il quadro sono i dati Istat relativi al III trimestre. In particolare, a cercare lavoro sono in 2 milioni 677 mila (-299 mila in un anno). Si tratta di un decremento dopo quattordici trimestri di crescita ininterrotta, il calo nel primo trimestre 2015 e la stabilita' nel secondo.
Non solo, ma dopo l'aumento ininterrotto fra il 2008 e il 2014, nel terzo trimestre 2015 prosegue la discesa della disoccupazione di lunga durata (almeno 12 mesi): dal 62,4% di un anno prima all'attuale 58,1%. Si stimano a 1 milione 555 mila le persone in cerca di occupazione da almeno un ann

Diminuiscono per la seconda volta consecutiva gli scoraggiati: nel III trimestre, segnala l'Istat, sono calati di 68 mila in un anno, e rappresentano il 13,7% degli inattivi di 15-64 anni (erano il 14,1% nel terzo trimestre 2014); la riduzione riguarda sia i 15-34enni sia i 35-49enni ed e' concentrata nel Centro e nel Mezzogiorno. Di contro, aumentano gli inattivi per motivi di studio (+51 mila) e quelli in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (+74 mila).
Per gli scoraggiati, spiega l'Istat, aumentano le transizioni verso l'occupazione (dal 7,7% tra il terzo trimestre 2013 e il terzo 2014 al 9,4% dell'analogo periodo tra il 2014 e il 2015), soprattutto per gli uomini (dal 13,2% al 16,2%) e per i 15-34enni (dal 10,8% al 15,4%). Prosegue la forte riduzione delle persone ritirate dal lavoro o non interessate a lavorare (-135 mila) che riguarda soltanto i 50-64enni anche come effetto dall'innalzamento dell'eta' pensionabile.
Sono i giovani i veri protagonisti del nuovo andamento del mercato del lavoro. L'Istat rileva che dopo il forte calo dell'occupazione giovanile in tutti gli anni della crisi, il numero di occupati di eta' 15-34 anni torna a crescere (56 mila, +1,1%) insieme all'aumento del tasso di occupazione (dal 39,5% al 40,2%). Nei dati di flusso, i giovani rappresentano piu' della meta' dei nuovi ingressi nell'occupazione, ovvero degli occupati che non avevano un lavoro un anno prima, con una tendenza crescente (dal 54,4% tra il terzo trimestre 2013 e il terzo 2014 al 56,1% dell'analogo periodo 2014 e 2015). Un elevato titolo di studio si conferma un vantaggio nel mercato del lavoro: il tasso di occupazione cresce di piu' fra i laureati, attestandosi al 75,7% (+0,8 punti sul terzo trimestre 2014) rispetto al 63,2% di quello dei diplomati e al 43,5% del tasso riferito a chi ha al piu' la licenza media (+0,7 e +0,5 punti, rispettivamente).

Gli occupati 35-49enni continuano invece a diminuire in valore assoluto anche se il rispettivo tasso aumenta di 0,5 punti. Prosegue la crescita piu' marcata delle altre classi di eta' dell'occupazione e del tasso per gli over 50enni, dovuta, tra l'altro, alle minori uscite dal mercato del lavoro per pensionamento a seguito dei cambiamenti della normativa previdenziale. Tuttavia gli ultra cinquantenni sono gli unici per i quali continua ad aumentare anche la disoccupazione, sia in valore assoluto sia nel tasso. La riduzione del tasso di disoccupazione e' invece diffusa rispetto ai diversi livelli di istruzione, mentre il tasso di inattivita' cresce solo tra quanti possiedono fino alla licenza media.

 

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