Barometro in lieve rialzo, all'anagrafe delle imprese italiane, nel secondo trimestre del 2015. Rispetto allo stesso periodo del 2014, tra aprile e giugno di quest'anno gli indicatori sulla vitalita' del sistema imprenditoriale segnalano una lieve ripresa delle iscrizioni ed una ulteriore, seppur contenuta, contrazione delle cessazioni. Al bilancio anagrafico del trimestre si aggiunge poi una significativa frenata nell'apertura di fallimenti e concordati preventivi, consegnando un quadro complessivo moderatamente incoraggiante sullo stato di salute del sistema imprenditoriale nazionale. In termini numerici, il trimestre primaverile ha visto nascere 97.811 nuove attivita' e certificato la chiusura di 59.831 attivita' gia' esistenti, con il risultato di un saldo positivo pari a 37.980 imprese in piu' rispetto alla fine dello scorso mese di marzo, il migliore degli ultimi quattro anni. In termini relativi, lo stock delle imprese si e' pertanto accresciuto dello 0,63% (contro lo 0,59 rilevato nel secondo trimestre 2014) portando il totale delle imprese registrate in Italia, al 30 giugno di quest'anno, al valore di 6.045.771 unita'.
Sul fronte delle crisi d'impresa, il trimestre da poco concluso offre segnali anche piu' incoraggianti. Le aperture di nuove procedure fallimentari si sono infatti fermate al valore di 3.654, il 9,6% in meno dello stesso trimestre del 2014, mentre quelle di concordati preventivi (414) hanno fatto registrare una frenata ancora piu' netta (-22,9% rispetto a dodici mesi fa). Con riguardo ai fallimenti, la contrazione ha riguardato 13 regioni su 20, altre due regioni (Lazio e Umbria) hanno confermato il dato 2014 e solo in cinque casi (Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige Friuli-Venezia Giulia, Molise e Calabria) si registrano aumenti rispetto a un anno fa. Questi i dati salienti sulla nati-mortalita' delle imprese italiane nel secondo trimestre dell'anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale realizzata da InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese e diffusi oggi da Unioncamere
IL QUADRO GENERALE Guardando alla dinamica dei secondi trimestri dell'ultimo decennio, quello del 2015 evidenzia un progressivo riposizionamento del sistema imprenditoriale - almeno in termini di vitalita' anagrafica - verso i numeri degli anni ante-crisi. A fronte del record segnato dalle cessazioni (le 59.831 del trimestre scorso sono le piu' basse in assoluto di tutto il decennio), le iscrizioni fanno fatica a riprendere quota e segnano il secondo risultato meno brillante della serie (le 97.811 di aprile giugno sono migliori solo di quelle dello stesso periodo del 2014). Cio' detto, il saldo realizzato nel secondo trimestre di quest'anno si colloca al quinto posto del decennio, e soprattutto migliore degli ultimi quattro anni. Situazione simile anche per le imprese artigiane il cui saldo, tuttavia, si colloca ancora nella parte piu' bassa della serie (per l'esattezza, il terz'ultimo valore). I FALLIMENTI Considerando i principali settori dell'economia, dal punto di vista della numerosita' delle imprese, va segnalata la significativa contrazione dei fallimenti nell'industria manifatturiera (-17,3% rispetto al secondo trimestre 2014), nelle costruzioni (-14%) e nel commercio (-11,6%). Sempre tra i settori con un significativo numero di imprese, si segnalano in controtendenza - con un aumento nell'apertura di procedure fallimentari - quelli dei servizi alle imprese, delle attivita' professionali e dei servizi di informazione e comunicazione (rispettivamente +13,9%, +8% e +7,4%) LE DINAMICHE TERRITORIALI Due le circoscrizioni che hanno fatto registrare un tasso di crescita complessiva superiore, anche se di poco, al valore medio nazionale (0,63%): il Centro e il Sud e Isole, rispettivamente, con lo 0,70% e lo 0,68%. Rispetto al trimestre precedente, quando fra le 20 regioni italiane solo il Lazio (grazie alla dinamica della provincia di Roma) aveva fatto registrare un tasso di crescita positivo, nel trimestre da poco concluso sono 8 le regioni cresciute piu' della media nazionale: Valle d'Aosta (0,73%) e Lombardia (0,64%) nel Nord-Ovest, Toscana (0,66%), Umbria (0,71%) e Lazio (0,77%) nel Centro, Campania (0,72%), Puglia (0,76%) e Calabria (0,89%) nel Mezzogiorno. Tutte le regioni del Nord-Est hanno fatto registrare un tasso minore alla media nazionale (0,63%).
LE DINAMICHE SETTORIALI Nel trimestre, tutti i settori hanno fatto segnare saldi positivi dello stock: in testa il "Commercio" (+10.274), seguito da "Alloggio e ristorazione" (+6.002) e "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" (+3.555). Presi insieme questi tre settori hanno determinato il 52% dell'intero saldo trimestrale. In termini percentuali, tra i comparti di maggiori dimensioni quelli piu' dinamici sono stati "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" (+2%), i servizi di "Alloggio e ristorazione" (+1,4%), le "Attivita' artistiche sportive e di intrattenimento" (+1,24%) e le "Attivita' professionali, scientifiche e tecniche" (+1%). Quanto all'universo delle imprese artigiane, i saldi positivi si registrano in tutti i settori, ad eccezione delle attivita' di "Trasporto e magazzinaggio" (-452 unita') e delle "Attivita' manifatturiere" (-93). In termini relativi, escludendo i settori piu' piccoli, il risultato migliore e' quello del "Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese" (+1,62%) seguito da quello dei "Servizi di informazione e comunicazione" (+0,86%). LE FORME GIURIDICHE In termini assoluti sono state soprattutto le Societa' di capitale e le Imprese individuali a contribuire in misura prevalente alla formazione del saldo positivo del trimestre determinandone, rispettivamente, il 47,8% le prime e il 45,5% le seconde. Piu' dinamiche le societa' di capitale, cui si deve un contributo alle iscrizioni superiore al loro peso sul totale delle imprese registrate (erano il 24,9% all'inizio di aprile e hanno contribuito al 25,9% delle nuove iscrizioni), ma hanno determinato solo il 12% delle cessazioni del periodo, confermandosi la forma giuridica piu' solida e "resistente" alle mutevoli condizioni di mercato. Le Imprese individuali, invece, hanno dato un contributo alle iscrizioni nettamente piu' elevato rispetto al loro peso sullo stock complessivo delle imprese (il 64,1% contro il 53,7%); ma il loro contributo alle cessazioni complessive e' stato ancora piu' consistente, visto che ne ha determinato oltre i tre quarti (per la precisione il 76%). Segno di un turnover elevato che, nel tempo, tende ad erodere lentamente lo stock di queste imprese.
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