Nel 2015, sono stimate pari a 2 milioni 678 mila le famiglie in condizione di povertà relativa (10,4% di quelle residenti), per un totale di 8 milioni 307 mila individui (13,7% dell'intera popolazione): 4 milioni 134 mila sono donne (13,3%), 2 milioni e 110 mila sono minori (20,2%) e 1 milione 146 mila anziani (8,6%). L'incidenza della povertà relativa risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2014 in termini di famiglie (da 10,3 a 10,4%) mentre cresce in misura lieve in termini di persone (da 12,9 a 13,7%). Lo rende noto un report dell'ISTAT.La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel Paese (ovvero alla spesa pro capite e si ottiene dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti). Nel 2015 questa spesa è risultata pari a 1.050,95 euro mensili. Fra il 2014 e il 2015 l'incidenza di povertà relativa scende tra le famiglie in cui è presente almeno un anziano (da 9,6% a 8,5%); si tratta di famiglie con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne (da 9,3% a 8,0%), ritirata dal lavoro (da 9,2% a 7,7%), per lo più in coppia (da 9,1% a 7,4%). Tale miglioramento riguarda soltanto il Mezzogiorno, dove l'incidenza di povertà tra le famiglie con almeno un anziano diminuisce da 21,9% a 18,4% (da 21,5% a 16,9% se con un solo anziano): se l'anziano vive solo si passa da 19,8% a 13,9%, se in coppia da 21,5% a 17,6%. Migliora anche la condizione delle famiglie che risiedono nei piccoli comuni del Mezzogiorno (da 23,7% a 21,6%), anche se i valori della povertà restano più elevati che nelle altre tipologie comunali. Al miglioramento osservato in questa area del Paese tra le famiglie con anziani si affianca però l'aumento delle difficoltà economiche tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione che, nel 2015, risultano in povertà relativa in quasi quattro casi su dieci (da 29,5% a 38,2%).
Nel lungo periodo la crescita della povertà assoluta è ancora una volta più marcata tra le famiglie con quattro componenti - da 2,2 del 2005 a 9,5% del 2015 - e tra quelle di cinque componenti e oltre (da 6,3 a 17,2%). Alla luce di questi andamenti, la composizione media delle famiglie in povertà assoluta è ormai prossima a tre componenti (era poco più di due nel 2005). Nello stesso arco di tempo la povertà assoluta è rimasta sostanzialmente stabile tra le famiglie composte da una o due persone (rispettivamente da 5,3% del 2005 a 5,2% nel 2015 e da 2,9% a 3,8%). L'incidenza di povertà assoluta diminuisce all'aumentare dell'età della persona di riferimento (il valore minimo, intorno al 4%, si registra tra le famiglie con persona di riferimento over64) e del suo titolo di studio (se la persona di riferimento è almeno diplomata l'incidenza è poco più un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la licenza elementare). La povertà assoluta colpisce in misura marginale le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro o impiegato (l'incidenza è inferiore al 2,0%), sale all'11,7% tra le famiglie di operai (9,7% nel 2014), raggiunge il valore massimo tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (19,8%), mentre si mantiene decisamente al di sotto della media tra le famiglie di ritirati dal lavoro (3,8%).
Sul territorio emergono profili del disagio differenziati. In media, l'incidenza della povertà assoluta è più alta nei comuni centro di area metropolitana, dove sale dal 5,3% al 7,2%. I valori più alti si registrano nel Mezzogiorno per i grandi comuni e le periferie di area metropolitana (9,8%) e per gli altri comuni fino a 50 mila abitanti (8,8%), nel Centro per i grandi comuni e le periferie di area metropolitana (6,4%), mentre nel Nord per i comuni centro di area metropolitana (9,8%). La povertà assoluta risulta contenuta tra le famiglie di soli italiani (4,4%) mentre si attesta su valori molto più elevati tra quelle con componenti stranieri: 14,1% per le miste, 28,3% per le famiglie di soli stranieri; in quest'ultimo caso si passa dal 23,4% del 2014 al 28,3% del 2015, con margini più accentuati nel Nord (dal 24% al 32,1%). Per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà assoluta è pari a 819,13 euro mensili se risiede in un'area metropolitana del Nord, a 734,74 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 552,39 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.
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