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Pubblicato il 25/02/2016 21:09

Nel 2015 le vendite al dettaglio mostrano un'inversione di tendenza

osservatorio

Confesercenti commenta i dati Istat sul commercio al dettaglio

Nel 2015 le vendite al dettaglio mostrano un'inversione di tendenza, ma dicembre tresta con il freno a mano tirato e i piccoli restano al palo. Cosi' Confesercenti commenta i dati Istat sul commercio al dettaglio. "Non ci facciamo illusioni - si legge in una nota - come testimonia il dato congiunturale di dicembre (-0,1), infatti, gia' negli ultimi mesi dello scorso anno si osservano segnali preoccupanti di indebolimento della ripresa, evidenziati anche dall'andamento non positivo dei consumi natalizi. La crescita registrata nel 2015 inoltre e' solo ad appannaggio della grande distribuzione, grazie sostanzialmente ai discount ed alle catene specializzate nel comparto non alimentare". 
Restano invece "al palo", sottolinea Confesercenti, "le imprese di piccole dimensioni e non recuperano le perdite che perduravano da ben 8 anni (-13,8% tra il 2007 ed il 2014). Il lieve recupero segnalato dall'Istat per questo settore distributivo e' dovuto solo al comparto non alimentare, mentre l'alimentare prosegue la caduta. Stimiamo che la quota di mercato dei piccoli esercizi in sede fissa, complessivamente, si sia ridotta di altri 2-3 punti decimali, per collocarsi al 27% circa. In termini numerici, per le piccole del commercio il 2015 si chiude con un saldo tra imprese cessate e nuove iscritte che, sebbene in leggero miglioramento, resta negativo per 22 mila unità".

E' da segnalare, inoltre, aggiunge Confesercenti, che, "nonostante il ritrovato ottimismo da parte delle famiglie nel corso del 2015, in febbraio l'indice del clima di fiducia dei consumatori torna in calo. Gli italiani hanno ancora aspettative incerte rispetto al futuro e in gran parte stanno ricostituendo i propri risparmi dopo l'erosione avvenuta negli scorsi anni, dovuta al tentativo di far fronte alle perdite di reddito subite. Anche perche', rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi, la caduta complessiva del potere d'acquisto, a prezzi costanti, e' superiore ai 120 miliardi di euro. Un crollo a cui gli italiani hanno posto rimedio, in parte, con una riduzione dei risparmi per circa 50 miliardi. Riprende, invece, la fiducia delle imprese del settore, che comunque rimane circa dieci punti inferiore ai dati-record di inizio autunno"

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