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Pubblicato il 26/04/2016 21:09

Osservasalute 2015, in Italia si fa piu' sport e si fuma meno

osservatorio

Le regioni meridionali presentano la prevalenza piu' alta di persone obese

Si fuma meno e si fa piu' sport, ma nel complesso gli italiani risultano ancora poco attenti alla propria salute e non adottano strategie preventive e stili di vita adeguati a proteggerli dalle malattie evitabili. In piu', per la prima volta nella storia d'Italia l'aspettativa di vita degli italiani e' in calo. Nel 2015 si sono registrati circa 54.000 decessi in piu' rispetto all'anno precedente. La fotografia e' stata scattata dalla XIII edizione del Rapporto Osservasalute (2015), un'analisi dello stato di salute della popolazione e della qualita' dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata oggi a Roma, all'Universita' Cattolica. Sul fronte prevenzione, in particolare, si nota la scarsa attenzione degli italiani alle vaccinazioni. Se nel 2013, per quelle obbligatorie (Tetano, Poliomielite, Difterite ed Epatite B) si registrava il raggiungimento dell'obiettivo minimo stabilito nel vigente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) - in accordo con le raccomandazioni dell'Oms - pari ad almeno il 95% di copertura entro i 2 anni di eta', nel periodo 2013-2014 si registrano valori di copertura al di sotto dell'obiettivo minimo stabilito, pur rimanendo comunque al di sopra del 94%. Lo stesso andamento in diminuzione si evidenzia per le coperture di alcune vaccinazioni raccomandate, quali anti-Hib e Pertosse. Quanto al vaccino antinfluenzale, e' significativo il calo delle adesioni tra gli anziani, che sono peraltro proprio una delle fasce di popolazione piu' a rischio di complicanze dell'influenza. 

La voce prevenzione risulta trascurata anche a livello di finanziamenti. Non solo il nostro Paese destina appena il 4,1% (dati dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico - OCSE) della spesa sanitaria totale alle attivita' di prevenzione, ma la prevenzione risulta la funzione piu' sacrificata anche a livello regionale, specie laddove vi e' la pressione a ridurre i deficit di bilancio. Infatti, dagli indicatori riferiti all'erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) emerge che le Regioni in piano di rientro non rispettano gli standard stabiliti dal Ministero della Salute per le funzioni relative alla prevenzione. In particolare nel Lazio e in Sicilia il punteggio calcolato per il monitoraggio dei Lea sull'attivita' di prevenzione si attesta, rispettivamente a 50 e 47,5, mentre il valore soglia stabilito dalla normativa deve essere superiore o uguale a 80. "Anche quest'anno - avverte il professor Walter Ricciardi, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanita' e Direttore dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane - le analisi contenute nel Rapporto Osservasalute segnalano numerosi elementi di criticita', in quanto confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanita', l'aumento dell'incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquita' che assillano il Paese e il settore della sanita'". La spesa sanitaria pubblica e' passata dai 112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014; tale contrazione ha coinciso con una lenta ma costante riduzione dei deficit regionali. Tuttavia, tale riduzione e' stata conseguita in gran parte tramite il blocco o la riduzione del personale sanitario e il contenimento dei consumi sanitari. 

La popolazione italiana invecchia. Gli ultra 65enni rappresentano quasi il 22% della popolazione residente. La Liguria e' la regione piu' vecchia del Paese (la quota di over 65 anni e' pari al 28%) e, al suo opposto, troviamo la Campania (17,6%). Piu' in generale, ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano e, anche se in minor misura la Provincia autonoma di Trento, il processo di invecchiamento ha coinvolto maggiormente, finora, le regioni del Centro-Nord. La popolazione ultracentenaria continua ad aumentare, e la componente femminile e' piu' numerosa: nel 2015 le donne rappresentano l'83,8% del totale degli ultracentenari. Di contro, l'aumento della speranza di vita segna una battuta d'arresto. Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini e' 80,1 anni, 84,7 anni per le donne. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. Nella Provincia autonoma di Trento si riscontra, sia per gli uomini sia per le donne, la maggiore longevita' (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni). La Campania, invece, e' la regione dove la speranza di vita alla nascita e' piu' bassa, 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne. Per quanto riguarda le cause di morte, dai dati del 2012, quelle piu' frequenti sono le malattie ischemiche del cuore, responsabili da sole di 75.098 morti (poco piu' del 12% del totale dei decessi). Seguono le malattie cerebrovascolari (61.255 morti, pari a quasi il 10% del totale) e le altre malattie del cuore non di origine ischemica (48.384 morti, pari a circa l'8% del totale). La quarta causa piu' frequente e' rappresentata dai tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni, che negli uomini determina 24.885 decessi (seconda causa di morte), poco piu' del triplo di quelli osservati nelle donne (decima causa di morte). I decessi dovuti a malattie ipertensive (20.367), nonche' a demenza e malattia di Alzheimer (18.226), causano tra le donne il doppio dei decessi osservati tra gli uomini. La situazione territoriale mostra, comunque, un'evidente eterogeneita' geografica. Infatti, i tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni, la demenza, la malattia di Alzheimer e l'influenza e la polmonite mostrano un'importanza relativa maggiore nelle aree settentrionali, mentre nell'area meridionale la maggiore rilevanza in termini relativi si riscontra per i decessi per diabete e malattie ipertensive.

Per stare bene, si dovrebbe combattere l'obesita', in aumento in Italia. Nel 2014, piu' di un terzo della popolazione adulta (36,2%) e' in sovrappeso, mentre poco piu' di una persona su 10 e' obesa (10,2%); complessivamente, il 46,4% dei soggetti di eta' ?18 anni e' in eccesso ponderale. Le regioni meridionali presentano la prevalenza piu' alta di persone obese (Molise 14,6%, Abruzzo 13,1%; Puglia 11,9%) e in sovrappeso (Campania 41,5%, Calabria 39,6% e Puglia 39,4%) rispetto alle regioni settentrionali, che mostrano i dati piu' bassi (obesita': Provincia autonoma di Trento 7,5% e Provincia autonoma di Bolzano 8,1%. Sovrappeso Provincia autonoma di Trento 28,5% e Valle d'Aosta 31,5%). Anche se il problema dell'eccesso di peso e' cresciuto molto nelle regioni settentrionali, un problema che aumenta con l'eta'. Nello specifico, il sovrappeso passa dal 14,9% della fascia di eta' 18-24 anni al 46,5% tra i 65-74 anni, mentre l'obesita' dal 2,4% al 15,7% per le stesse fasce di eta'. Per quanto riguarda l'obesita' dei piu' piccoli, se mamma e papa' hanno studiato, i bimbi sono piu' in forma.

Bere acqua e fare sport sono due rimedi importanti per la salute, ma sono consigli che seguono piu' al Nord che al Sud. Le regioni settentrionali - in particolare la Provincia autonoma di Bolzano (38,7%), la Provincia autonoma di Trento (30,7%), la Valle d'Aosta (30,2%) e la Lombardia (28,5%) - rappresentano la zona del Paese con la quota piu' elevata di persone che praticano sport in modo continuativo. Le regioni del Meridione si caratterizzano, al contrario, per la quota piu' bassa di persone che dichiarano di dedicarsi allo sport nel tempo libero, fatta eccezione per la Sardegna dove il 30,8% dichiara di praticare attivita' sportiva in modo continuativo o saltuario. Le regioni che registrano la piu' bassa quota di praticanti sportivi sono la Campania (17,9%), la Basilicata (21,7%), la Calabria (23,3%) e la Sicilia (23,4%)

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