"In Italia, nel 2015, considerando la parte di spesa erogata dalle amministrazioni pubbliche, la vecchiaia assorbe quasi la metà della spesa, la malattia circa un quarto, la famiglia il 5,5%, mentre il restante 20% è indirizzato a prestazioni per superstiti, invalidità, disoccupazione, esclusione sociale, bisogni abitativi". Lo ha detto il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, in audizione in commissione Finanze al Senato sulla ddl del Pd "Misure fiscali a sostegno della famiglia". "Le prestazioni sociali rivolte alle famiglie - ha sottolineato - sono prevalentemente di tipo assistenziale e assorbono il 58,7% della spesa della funzione, mentre il rimanente 41,3% è di stampo previdenziale. Dei circa 14,5 miliardi impiegati nella funzione assistenziale, quasi il 64% è da attribuire alla misura del "bonus da 80 euro".
Tuttavia, considerando le prestazioni per finalità assistenziale in natura, tra il 2010 e il 2015 si è registrato un decremento del 16% (a prezzi correnti). Fra le prestazioni di tipo previdenziale rivolte alle famiglie, che ammontano nel 2015 a poco più di 10,1 miliardi di euro e sono di stampo esclusivamente monetario, si segnala come preponderante il ricorso agli assegni familiari, che rappresentano il 61% del totale". "In Italia - ha aggiunto - si osserva una prevalenza dell'intervento monetario rispetto a quello in natura, mentre dal punto di vista della modalità di accesso si rileva la prevalenza di una impostazione con accesso selettivo rispetto a criteri di accesso più universalistici. Si osservi, fra l'altro, che per il totale delle prestazioni sociali, la spesa sottoposta alla prova dei mezzi in Italia è pari a poco più del 5%"
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