E' stato inaugurato a Chieti, nell'ambito delle celebrazioni per la festa della Liberazione, il belvedere, con vista sulla Majella, intitolato a Ettore Troilo, fondatore della Brigata Maiella - unica formazione della Resistenza decorata con la medaglia d'oro al valor militare proprio per la sua non appartenenza al Corpo Volontari della Liberta' che raggruppava le brigate partigiane - prefetto della ricostruzione di Milano nato a Torricella Peligna: erano presenti il figlio Carlo, il nipote Luca, il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, e il presidente della 'Fondazione Brigata Maiella', Nicola Mattoscio, il senatore Antonio Razzi, il rettore dell'universita' di Teramo, Luciano D'Amico, rappresentanze dell'Anpi. E' stato proprio Carlo Troilo - il quale ha sottolineato che tornera' a chiedere la medaglia d'oro al valor civile per il popolo abruzzese - a ricordare il padre, soprattutto nel suo ruolo di prefetto di Milano subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. "L'ordine pubblico a Milano era un inferno con scontri fra partigiani in armi e nostalgici della Repubblica di Salo', ma anche la delinquenza comune era spaventosa e mio padre contribui' molto a placare la situazione - ha evidenziato Troilo -. L'altro aspetto e' la distruzione della citta': Milano era un cumulo di macerie fino al duomo, si moriva di fame e mio padre fece un calmiere dei generi alimentari. Con il grande aiuto del sindaco Greppi si procedette a ricostruire: fu miracolo a Milano, nel 46' riapri' la Scala". Ma il capoluogo lombardo visse momenti difficilissimi, sull'orlo della guerra civile, quando l'allora ministro Scelba destitui' Troilo di notte e senza destinazione. "Mio padre - ha ricordato Carlo Troilo - salvo' l'Italia e Milano, rinuncio' alla carica di prefetto di prima classe e all'incarico di ambasciatore presso l'Onu. Torno' a quella che lui definiva la sua amata poverta'". "Mio padre lascia un'eredita' positiva - ha sottolineato Troilo - lo dimostra il fatto che oggi siamo a 71 anni dalla Liberazione e ancora l'Abruzzo ferve di iniziative: domani c'e' la traversata della Majella, il sentiero della liberta', in tutti i luoghi degli eccidi ci sono delle manifestazioni e anche nelle scuole ci sono lezioni apposite sulla resistenza: un ruolo fondamentale dell'Abruzzo per il quale ho chiesto e tornero' a chiedere la medaglia d'oro per il popolo abruzzese"
"Su questa targa non viene ricordato solo il comandante della Brigata Maiella, ma il Prefetto della ricostruzione di Milano ed e' questo l'elemento che deve proiettarci verso un futuro che non puo' essere piu' fatto da divisioni a distanza di oltre 70 anni da quegli eventi. La grande umanita' e la grandissima capacita' di essere interprete delle istituzioni rappresentano i valori che Troilo continua a trasmetterci, un ponte verso il futuro su quella strada che lui ci ha indicato". E' quanto ha detto fra l'altro il sindaco diChieti, Umberto Di Primio, inaugurando in citta' il belvedere intitolato a Ettore Troilo, presente il figlio Carlo, nell'ambito delle celebrazioni per il 25 aprile. "Ho sentito il dovere di intitolare ad un uomo che ha dato moltissimo al nostro Paese non solo come Comandante della Brigata Maiella, ma soprattutto come Prefetto della ricostruzione di Milano - ha sottolineato Di Primio - un luogo che piu' di altri avesse capacita' emozionale ed evocativa: il belvedere dal quale si ammira quella Majella, madre della storia di questa regione, ma anche simbolo della vicenda di Ettore Troilo. Vi e', poi, l'esperienza milanese di un uomo che, dopo la Liberazione, si trova a dover gestire il momento piu' difficile di quella citta' dopo la guerra, una citta' che oggi e' simbolo del motore trainante del Paese, ma che allora aveva bisogno di un prefetto, non di carriera, ma di nomina, capace di coniugare la forza di chi la guerra l'aveva fatta con quella di farsi interprete del sentimento di un popolo che soffriva e aveva bisogno di un punto di riferimento. Sono nato nel ?68 ? ha aggiunto Di Primio - non ho mai fatto uso della storia per fare politica e credo che oggi chi si attarda in questo modo di pensare continua ad essere nemico di questo Paese. Oggi celebriamo non le gesta di un militare o di un comandante partigiano, ma le gesta di un uomo che ha voluto bene al suo Paese"
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