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HOME » POLITICA » CISL, IL PATTO DI INCLUSIONE, è SOLO UN PRIMO PASSO
Pubblicato il 19/02/2016 17:05

Cisl, il Patto di inclusione, è solo un primo passo

 "Il Patto per l'inclusione sociale proposto dall'assessore Marinella Sclocco e' solo il primo passo, tuttavia molto importante, per la definizione di un intervento strutturale, che la nostra regione attende da molti, troppi anni". E' quanto afferma la Cisl AbruzzoMolise insieme alla Fp e alla Fnp che, "condividono le finalita'" del patto, ma sottolineano la necessita' di "indicare subito delle priorita', viste le scarse risorse di cui la Regione puo' disporre". Priorita' che secondo le sigle consistono nella "redazione del piano socio sanitario, per il quale si dovranno prevedere linee di indirizzo e tempi certi", nella necessita' di una "verifica urgente delle misure in favore delle persone disabili, tra le quali diventano sempre piu' numerosi gli anziani non autosufficienti" e nella necessita' di "dotarsi degli strumenti per accompagnare l'azione del Governo nazionale che per la prima volta ha approvato misure strutturali per contrastare la poverta'". Secondo la Cisl, inoltre, "l'erogazione di servizi sociali di qualita' non puo' prescindere da una riscrittura delle regole sugli appalti ed il rispetto della legalita'. "Il patto per l'inclusione e la solidarieta' sociale - dicono le tre sigle - deve assicurare un welfare inclusivo, aperto, integrato, accessibile, che metta al centro le persone, i loro bisogni ed i loro diritti. Ma un piano senza risorse resta una semplice dichiarazione di buoni propositi. L'assessore ha confermato per il 2016 un impegno per il sociale di 22 milioni di euro, comprendenti anche la spesa relativa alla compartecipazione degli utenti per le strutture socio-sanitarie  (circa 9 milioni)". Cisl, Fp e Fnp chiedono alla Regione di "individuare una percentuale del bilancio regionale da destinare al sociale, ma, vista la vastita' degli interventi, credono che vadano anche approntati strumenti di legge per favorire l'adesione ed il sostegno al Piano da parte delle Fondazioni bancarie, delle imprese, dei privati. Va infine risolto - concludono - il problema della carenza delle risorse umane addette alle Politiche sociali regionali". 

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