Una legge di tre articoli per consentire alla Regione Abruzzo di scegliere senza concorso dirigenti "reggenti" all'interno del personale tra gli specialisti amministrativi della categoria D, che possano svolgere le funzioni fino alla conclusione delle selezioni pubbliche obbligatorie per legge. Dopo un tentativo simile del consigliere del Partito democratico Luciano Monticelli dello scorso aprile, ora la maggioranza di centrosinistra ci riprova, stavolta affidandosi al capogruppo Pd, Sandro Mariani, primo firmatario della proposta di legge attualmente in discussione in prima commissione (Bilancio). Secondo l'articolo 1 della proposta norma, che modificherebbe la legge 77/1999, per il periodo necessario a svolgere i concorsi "l'amministrazione regionale, gli enti, le aziende e le agenzie regionali, in assenza di figure dirigenziali, possono attribuire la reggenza delle funzioni di cui al comma 7 a dipendenti della categoria D". Una sentenza della Corte Costituzionale ha bocciato, mesi fa, una legge simile approvata nella Regione Basilicata, cosa che aveva indotto Monticelli a ritirare la sua proposta. I sindacati, in particolare la Cgil Funzione Pubblica, sono già intervenuti sulla vicenda con una nota del segretario regionale, Rita Candeloro, inviata ai consiglieri e ai proponenti. Il sindacato contesta il metodo, ovvero la poca concertazione, e soprattutto il merito, ovvero la scelta "ad personam", avanzando anche dubbi di incostituzionalita' e avvisando che, in caso di approvazione, segnalera' la norma al Governo perche' ricorra alla Corte Costituzionale.
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