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Pubblicato il 22/10/2016 16:04

Don Aniello: Chiesa contrasti la Mafia in modo piu' fermo

 "La Chiesa e le Diocesi dovrebbero contrastare in modo piu' fermo le interferenze da parte della criminalita' organizzata". Lo ha detto don Aniello Manganiello, parroco di Scampia, nel corso di un incontro con gli studenti del liceo scientifico 'Galilei' di Pescara promosso nell'ambito del 21/mo premio Borsellino, sottolineando che "certi fenomeni dell'ingerenza camorristica e mafiosa nelle esperienze religiose creano una grande controtestimonianza". Sottolineando che "i parroci hanno paura di intervenire", don Aniello ha affermato che "la Chiesa dovrebbe negare i sacramenti, rinunciare anche a delle processioni; laddove non si riesce a purificare la manifestazione e a liberarla da certi condizionamenti io dico che e' meglio non farla proprio, optando per percorsi di vita cristiana di altro tipo". "Io vivo nel Napoletano e molte volte i comitati per le feste patronali sono infarciti di gente camorrista o di gente vicina alla criminalita' organizzata. Molte volte i parroci hanno paura di intervenire, hanno paura di incidere su queste situazioni, per non correre pericoli. Lasciare le cose cosi' come sono diventa un'occasione per starsene tranquilli, ma non e' cosi': il male - ha concluso - va contrastato continuamente

 "C'e' una societa' sempre piu' individualista e chi ne fa le spese, non solo come vittime, ma anche come protagonisti, sono i giovani, che vivono un momento di grande incertezza, relativa al presente e al futuro". Cosi' don Aniello Manganiello, parroco di Scampia. "Bobbio diceva che una buona Repubblica non si fonda sul varo di nuove leggi, ma sulle virtu' dei cittadini. Io - ha osservato - noto anno dopo anno una disaffezione costante, soprattutto da parte dei giovani, rispetto al volontariato e al mettersi in gioco. Quello che continuo a proporre e' di mettersi in gioco, perche' il cambiamento non puo' avvenire scegliendo l'individualismo, scegliendo l'assuefazione, scegliendo di vivere nel proprio piccolo mondo". "I giovani - ha sottolineato - hanno la possibilita' e le capacita' di farlo, perche' sono giovani. Quando noi mettiamo al centro noi stessi, siamo disposti a calpestare tutto e tutti pur di farci strada. Invece dovremmo fare strada agli altri o fare strada insieme, recuperare la dimensione della comunita' e dell'impegno sociale. Questo alla lunga darebbe sicuramente risultati migliori". All'incontro, nell'aula magna del liceo scientifico, hanno preso parte, tra gli altri, il coordinatore del Premio 'Paolo Borsellino', Oscar Buonamano, ed il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. 

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