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Pubblicato il 22/11/2015 08:08

Englaro: sull'eutanasia legiferi il Parlamento

 "Ho sperimentato l'inferno di trovarsi scoperti quando non si e' capaci di intendere e di volere, senza avere la possibilita' di far valere disposizioni semplici, chiare e inequivocabili. Esiste un problema di liberta' e di rispetto dei diritti fondamentali". Lo ha detto questo pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di Pescara, Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna rimasta in stato vegetativo per 17 anni e morta nel 2009, dopo l'interruzione della nutrizione artificiale in seguito ad una lunga battaglia giudiziaria. Englaro e' intervenuto all'iniziativa "Alla fine decido io", sui temi del testamento biologico e del fine vita, organizzata dalla federazione pescarese di Sel. "Occorre compiere un salto in avanti - ha proseguito Englaro -. Mia figlia aveva lasciato delle disposizioni chiare e noi davamo per scontato che l'ascoltassero. E invece e' dovuta intervenire la magistratura, con il parlamento che ha sollevato il conflitto di attribuzione - sottolinea -. E' giusto che sia il Parlamento a legiferare sulla materia, ma finora non lo ha fatto". L'incontro ha visto la partecipazione del deputato di Sel Gianni Melilla, della capogruppo Sel al Comune di Pescara Daniela Santroni e della coordinatrice dell'Hospice di Pescara Rossana D'Amico

"La legge di iniziativa popolare in materia di testamento biologico e fine vita, che Sel appoggia con convinzione, e' in attesa di essere calendarizzata in Parlamento. Noi abbiamo chiesto di procedere al piu' presto, perche' e' ora di applicare il diritto costituzionale che riconosce al cittadino-paziente la facolta' di prestare il proprio assenso all'interruzione dei trattamenti terapeutici". Lo ha detto il deputato di Sel Gianni Melilla, a Pescara, a margine dell'iniziativa sul tema, promossa dalla federazione pescarese di Sel, "Alla fine decido io". "Bisogna arrivare all'approvazione della legge - ha aggiunto - e nonostante problemi e veti sono convinto che ci arriveremo, e' una questione di civilta', deve finire questo tempo di arroganza, piu' ancora che di accanimento, a livello terapeutico".

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