"Seguendo supinamente e passivamente i dettami del decreto Lorenzin, dal 1 marzo Guardiagrele e Atessa perderanno i loro presidi ospedalieri che saranno riconvertiti in strutture dedicate 'a svolgere attivita' sanitarie di natura distrettuale, riabilitativa ed erogative di cure intermedie'. Questo vuol dire, si legge nella nota, 'elisione delle attivita' assistenziali di ricovero e cura con conseguenze caducazione dei posti letto'".
E' quanto evidenzia il presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo che aggiunge: "Le conseguenze peggiori pero' - conclude Febbo - peseranno sui cittadini e si tradurranno in disagi e oggettive difficolta' che chiaramente non sono valutate da chi esegue con freddezza i dettami romani. Intanto siamo ancora in attesa di capire quando usciremo dal commissariamento"
La replica dell'assessore Paolucci
"E' dal settembre 2014 che sono state dichiarate le intenzioni della Regione sui presidi ospedalieri di Guardiagrele e Atessa. Eppure, per il solito spirito polemico e strumentale, Febbo continua a sollevare questioni senza fondamento". Lo sottolinea l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, facendo alcune precisazioni rispetto alle dichiarazioni del presidente della commissione di vigilanza. "Martedi' primo marzo, come noto da giorni - spiega Paolucci - si avviera' la riconversione del presidio di Guardiagrele, mentre ad Atessa il processo partira' piu' avanti, tenuto conto che avra' nel frattempo 20 posti letto di lungodegenza. Per il futuro, invece, il progetto prevede di trasformare quelle strutture in ospedali di comunita', con un'adeguata dotazione di posti letto territoriali: un nuovo modello di assistenza, piu' rispondente alle esigenze dell'utenza di riferimento (composta in gran parte da over 65). In tal senso occorre ricordare che la nostra offerta attualmente copre il 50 per cento del fabbisogno, rispetto alle domandale di assistenza di cronici fragili non autosufficienti. Non ci sara', quindi, alcuna perdita di posti letti".
Paolucci torna poi su quanto aveva disposto il precedente commissario Chiodi, nel decreto 45 del 2010. "In quell'atto - conclude l' assessore - era stata cancellata integralmente la dotazione di posti letto in quei presidi, in cui erano previsti solo ambulatori specialistici e un'assistenza medico-infermieristica limitata a 12 ore giornaliere. La maggioranza di cui Febbo faceva parte aveva dunque previsto zero posti letto, come avvenuto poi effettivamente a Casoli. Questo governo regionale, invece, e' intervenuto per correggere le scelte della maggioranza di chi oggi accusa, che avrebbe smantellato tutto. Noi abbiamo scelto un'altra strada, dando una risposta ai tanti abruzzesi che il governo di Febbo aveva totalmente abbandonato".
La controreplica di Mauro Febbo
Il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo replica alle dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanita' per quanto riguarda gli ospedali di Guardiagrele e Atessa: "Ovviamente Paolucci nel fare le sue precisazioni attacca con la solita solfa. Come sempre, pero', l'assessore regionale alla Sanita' - afferma il consigliere di Forza Italia - finge di non ricordare la situazione drammatica che abbiamo trovato al momento del nostro insediamento, eredita' dei suoi compagni di partito: sull'Abruzzo pesavano oltre 4 miliardi di euro di debiti. Dopo 5 anni e mezzo siamo riusciti nell'impresa di risanare la sanita', migliorando da un lato i conti del Bilancio e risollevando dell'altro i Lea (Livelli essenziali di Assistenza) rendendo la nostra una Regione virtuosa. Grazie al centrodestra D'Alfonso e Paolucci hanno trovato una situazione diametralmente opposta anche se ripetutamente continuano a raccontarci un'altra verita'. Piuttosto - conclude Febbo - l'assessore ci spieghi quando usciremo dal commissariamento, un passaggio troppe volte annunciato e mai giunto a compimento"
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