In Italia ci sono ancora pochi laureati rispetto alla media degli altri Paesi Ocse. Lo si evince dal Rapporto "Uno sguardo sull'istruzione" elaborato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, presentato oggi nella sede del Miur a Roma. "Si prevede che in Italia solo il 42% dei giovani si iscrivera' ai programmi di istruzione terziaria, la minore quota d'iscrizione rispetto all'insieme dei Paesi Ocse, dopo il Lussemburgo e il Messico", afferma il Rapporto, secondo cui "nel complesso il 34% dei giovani italiani dovrebbe conseguire un diploma d'istruzione terziaria, rispetto a una media Ocse del 50%". Tuttavia c'e' da rilevare che se le attuali tendenze verranno confermate, il 20% dei giovani italiani conseguira' un titolo universitario di secondo livello o un titolo universitario equivalente (per esempio una laurea magistrale) e cio' a fronte di una media Ocse che e' pari al 17%. L'Ocse da' atto all'Italia di aver compiuto "progressi importanti" nel rafforzamento dei programmi di istruzione a ciclo breve professionalizzante, che preparano gli studenti a un rapido ingresso nel mondo del lavoro. Nel complesso le universita' italiane non attraggono gli studenti degli altri Paesi Ocse, anche per la carenza di insegnamenti in lingua inglese: nel 2013 meno di 16mila studenti stranieri di aerea Ocse risultava iscritto negli atenei italiani, rispetto a circa 46mila studenti in Francia e 68mila in Germania
Scende il numero dei laureati italiani che trovano occupazione. L'Ocse, nel rapporto presentato oggi al Miur, afferma che nel 2014 solo il 62% dei laureati tra i 25 e i 34 anni era occupato in Italia, 5 punti percentuali in meno rispetto al tasso di occupazione del 2010. "Questo - affermano gli esperti Ocse - e' un livello paragonabile a quello della Grecia ed e' il piu' basso tra i Paesi dell'Ocse. Il tasso di occupazione e' particolarmente basso tra coloro che hanno i genitori non laureati e meno probabilita' di accedere a una rete di relazioni sociali. La crisi economica del 2008-2009 non e' l'unico fattore che spiega la scarsita' di lavoro: secondo l'Ocse spesso i titoli di studio "non coincidono con l'acquisizione di competenze solide, sollevando interrogativi circa la qualita' dell'apprendimento". L'Italia, insieme con la Spagna e l'Irlanda ha registrato uno dei punteggi piu' bassi in termini di lettura e comprensione tra i titolari di un diploma universitario, che hanno partecipato alo studio dell'Ocse sulle competenze degli adulti
"I dati Ocse sulla scuola italiana si riferiscono al 2012-2013, quindi non tengono in considerazione gli effetti positivi della legge 107". Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Pubblica istruzione, Gabriele Toccafondi, aprendo al ministero il convegno per la presentazione del rapporto Ocse 2015. "E' proprio attraverso la riforma della Buona scuola - ha dichiarato Toccafondi - che stiamo invertendo la rotta con interventi strutturali per il rilancio dell'educazione e della formazione nel nostro Paese, toccando tutti gli aspetti fondamentali del sistema educativo".
Tra le misure piu' innovative messe in atto dal governo, il sottosegretario Toccafondi ha citato il piano straordinario di assunzioni che consentira' di avere insegnanti piu' giovani, e l'incremento delle risorse professionali a disposizione di ogni istituto. Il governo punta anche a valorizzare il merito degli insegnanti prevedendo un nuovo assetto del comitato di valutazione dei docenti interno alle scuole. "L'aggiornamento dei docenti diventa permanente e obbligatorio - ha proseguito il sottosegretario -. A ogni docente sara' attribuita un'apposita carta elettronica di 500 euro annui, utilizzabile per l'acquisto di corsi e di materiali per l'aggiornamento". L'altro pilastro della 'buona scuola', secondo Toccafondi, e' il Piano nazionale scuola digitale "per il quale e' previsto uno stanziamento di 1 miliardo di euro"
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