"Perche' ho votato la riforma in Aula e ora invece sono per il no al referendum? Perche' rientrava in un pacchetto di iniziative stabilite nel famoso patto del Nazareno, ma l'accordo e stato tradito, e non da noi". Cosi' l'ex ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, all'Aquila per un evento della sua fondazione, 'Liberta' e bene comune' a sostegno del no al referendum del 4 dicembre, spiegando le motivazioni della sua contrarieta'. L'attuale presidente della commissione Lavori pubblici del Senato ha ricordato che il patto tra Partito democratico e Forza Italia "prevedeva misure efficaci a sostegno delle imprese, la riforma giustizia, e un accordo per l'elezione del Capo dello Stato. Noi - ha aggiunto - non volevamo presidente della Repubblica per forza Giuliano Amato, eravamo pronti a discutere, ma alla fine ci siamo visti propinare Sergio Mattarella". Sulle novita' apportate dalla riforma, per Matteoli "si dice che si risparmino soldi ma sulle riforme cosi' importanti non e' centrale spendere meno e poi non e' neanche vero. In Senato, e' vero, non ci saranno piu' senatori, ma la struttura restera' intonsa, nessuno sara' licenziato - ha rimarcato - ci saranno, invece, elezioni di secondo grado, con le quali, secondo me, la democrazia andra' a farsi benedire".
"La verita' e' che Renzi, appena andato al potere, ha innamorato molti italiani, compresi elettori del centrodestra. Compreso Berlusconi. E in Forza Italia se parla Berlusconi, quella e' la verita'. Io invece da subito gli avevo detto che lo spessore politico di Renzi e' pari a zero, con il passare del tempo se ne sono accorti anche i cittadini. Per ora Berlusconi resta il leader e non vedo altri sostituti all'orizzonte, se c'e' qualcuno si faccia avanti, ma la leadership deve meritarsela. Questo qualcuno non mi sembra affatto Parisi, voglio dirlo con chiarezza", ha spiegato Matteoli.
"Siamo contrari al bicameralismo perfetto - ha detto ancora - ma va detto che i Paesi hanno due camere elette. Noi avremo come senatori, non eletti, i presidenti delle Regioni, che non saranno gli stessi nel corso della legislatura, e questo sara' un elemento di grande confusione, tenuto conto che il Senato manterra' deleghe importanti". "Accadra' poi che una forza politica potra' governare, con il sistema del ballottaggio, anche con il 22 per cento dei consensi, con il segretario di quel partito che potra' nominare i deputati, scegliendosi i capolista", ha detto.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama "puo' esprimere un giudizio di merito rispetto al Referendum italiano, per carita', ma ritengo inaccettabile che dica che se Renzi perde, deve restare". Cosi' il senatore di Forza Italia, Altero Matteoli a margine di un evento all'Aquila. "Il 4 dicembre si votera' per dire Si' o No a una riforma, ma anche per dire si' o no al governo Renzi - ha aggiunto - e questo lo ha deciso lo stesso Renzi, dunque sara' anche una buona occasione per mandarlo a casa". Secondo Matteoli, "ora Renzi, che era convinto di vincere il Referendum senza problemi, e' in evidente difficolta' e in suo soccorso e' arrivato anche Obama"
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