''Neanche quarantott'ore dopo la grande manifestazione di sabato per chiedere una revisione del Percorso Nascita Regionale alla luce della nuova normativa, l'Ospedale di Atri perde un altro pezzo: si tratta del day hospital di endocrinologia, l'unita' guidata quasi in solitaria da Bruno Raggiunti''. Lo scrive Luciano Monticelli, presidente della IV Commissione Consiliare. Monticelli parla di ''narrazione proposta regolarmente dalla parte egemone della maggioranza di centrosinistra, i presidi ospedalieri delle citta' non capoluogo di provincia sono regolarmente descritti come residui del "gasparismo" della Prima Repubblica: puri centri di spesa clientelare senza alcuna competenza distintiva, da eliminare al piu' presto''. Ma, spiega ''almeno per questo reparto, pero', questa descrizione si adatta particolarmente male: nel 2014 l'endocrinologia atriana, pur potendo contare su forze striminzite, ha dato un enorme contributo alla mobilita' attiva della Regione, attirando pazienti in maggioranza non abruzzesi''. ''Qui siamo ben oltre la "ristrutturazione" dei "doppioni" dell'offerta sanitaria, su cui pure ci sarebbe da discutere. Qui si sopprime un reparto che e' un gioiello e produce un attivo per la collettivita' senza sapere che fine faranno i pazienti. I vertici regionali dichiarano di voler puntare alla specializzazione del singolo presidio su patologie particolari, ma nel caso atriano stanno procedendo allo smantellamento delle eccellenze e alla conferma dei reparti "generici" tipici di un Ospedale di Base. Predicano il Futuro e ricreano gli anni Settanta. Noi, che veniam
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