Dopo 24 anni scatta il riordino del settore dei tartufi. Risaliva infatti al 1988 l’ultimo provvedimento regionale. Con la nuova legge si potranno raccogliere e commercializzare per il consumo tartufi appartenenti a sette specie distinte mentre si assicura una maggiore flessibilità attraverso la chiusura di parte del territorio regionale alla raccolta, la variazione del calendario e delle quantità di raccolta giornaliere per esigenze legate alla tutela e all'incremento del patrimonio tartuficolo.
In un convegno a Quadri, è stato fatto il punto sulle novità alla presenza dell'assessore all'Agricoltura, Mauro Febbo. Un altro importante aspetto innovativo della nuova legge e' rappresentato dall'identificazione delle 'Zone geografiche di raccolta e produzione', possibile perché la Regione Abruzzo dispone della 'Cartografia delle aree vocate'.
Inoltre, la Giunta Regionale ha la possibilità di promuovere l'istituzione di un marchio di qualità del tartufo abruzzese e sostenere tutte le iniziative orientate alla promozione del prodotto: ricerca, sperimentazione, tutela, percorsi gastronomici dedicati. La tecnica di raccolta rimane pressoché invariata, viene eliminato l'uso dello zappetto, rimane solo l'uso del vanghello mentre la validità del tesserino passa da 6 a 10 anni. Da segnalare una variazione importante rispetto alle norme in vigore relativamente alla tassa di concessione regionale che, a fronte dell'aumento previsto, destina il 50 per cento delle entrate ad attività inerenti la ricerca, sperimentazione, tutela e valorizzazione del tartufo istituendo, a tal proposito, uno specifico capitolo di spesa.
'Era giusto e necessario intervenire per adeguare il quadro normativo regionale ai mutati scenari di questo settore che e' sempre più in evoluzione', ha concluso l'assessore Febbo.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 4
Condividi: