Sui boschi d'Abruzzo la Federazione dei dottori Agronomi e dottori Forestali d'Abruzzo lanciano l'allarme spiegando che "Il settore e' semi paralizzato". "Nonostante la regione dei parchi presenti una superficie forestale totale di 438.590 ettari (fonte Infc Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio) - scrivono i dottor agronomi e forestali in una nota - manca ad oggi ancora un Regolamento sulla legge quadro regionale forestale. La stessa legge aveva avuto negli anni un ritardo pluridecennale ed e' stata promulgata, grazie anche all'aiuto tecnico-istituzionale della Federazione, soltanto nel 2014. Il regolamento sarebbe dovuto arrivare 180 giorni dopo, ma attualmente esiste solo una bozza. Sia la Federazione dottori agronomi e forestali, sia altri enti, hanno inviato infatti delle osservazioni al Regolamento perche' ritenuto troppo articolato e complesso e di difficile applicazione. Nel frattempo tutto tace. Le risorse umane destinate al settore sono totalmente inadeguate e la Regione Abruzzo ha assunto, con una riforma, tutte le competenze una volta svolte dal Corpo Forestale dello Stato, avocando a se' una miriade di sottoservizi che hanno finito per indebolire ancor di piu' il settore. Nell'ultimo decennio 'il polmone verde' abruzzese ha assistito a una sempre maggiore 'burocratizzazione' e ad una costante diminuzione delle risorse finanziarie previste nell'ambito delle misure forestali del Programma di Sviluppo Rurale. I bandi pubblici pubblicati nel precedente PSR 2007-2013 sono risultati troppo complessi e cio' ha portato a non utilizzare tutte le somme messe a disposizione del settore con un ulteriore minor impegno finanziario sul nuovo PSR 2014-2020".
Nessuno, durante il precedente PSR 2017-2013 e nella costruzione del nuovo 2014-2020 - si legge nella nota - si e' posto il problema o ha pensato di chiedere ai famosi 'portatori di interesse' cioe' professionisti dottori Agronomi e dottori Forestali, aziende boschive ed Enti proprietari dei boschi, quali fossero i problemi reali. Lo stallo amministrativo, tecnico e finanziario riguarda anche la pianificazione forestale. Nel periodo 2003-2008 la Regione ha cofinanziato, per diversi milioni di euro, circa 40 Piani di Gestione Forestali destinati alla pianificazione delle risorse silvo-pastorali di proprieta' dei Comuni, che risulterebbero di grande utilita' per agevolare la realizzazione dei tagli boschivi e il positivo uso dei fondi comunitari. I piani redatti da tecnici forestali incaricati dai Comuni sono stati ultimati e presentati in Regione nel corso del biennio 2008-2009 e successivamente sottoposti dal Corpo Forestale dello Stato ad analisi e istruttorie che pero' risultano ancora parziali e incomplete. Attualmente tutti i comuni coinvolti assistono impotenti al paradosso di avere tutti i piani di Gestione Forestale in sospeso, con relative gravi inadempienze della Regione Abruzzo, per procedimenti amministrativi aperti che comportano una sospensione della restante parte del cofinanziamento. Non programmare - osseva la Federazione - significa non solo lasciare uno dei piu' ricchi patrimoni boschivi italiani abbandonato a se stesso, ma anche provocare una serie di conseguenze dal punto di vista dello spreco di fondi e del mancato avvio di circuiti virtuosi nel settore che puo' e deve essere considerato una risorsa. In Abruzzo oltre il 70% della proprieta' boschiva e' pubblica (Comuni o Amministrazioni Separate di Uso Civico), quindi i Comuni montani, con una gestione oculata del proprio patrimonio forestale potrebbero contare su un ricavo di circa 21.488.000 euro l'anno.
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