Il fenomeno della contestazione ha assunto in Italia una dimensione stabile, strutturale: e' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio Media Permanente Nimby (da 'Not in my back yard', vale a dire 'Non nel mio cortile', ndr) Forum, che dal 2004 monitora la situazione delle opposizioni contro opere di pubblica utilita' e insediamenti industriali in costruzione o ancora in progetto. Gli impianti oggetto di contestazione nel 2015 sono stati 342, in lieve flessione (-3,5%) sul 2014, ma per quanto attiene le 'new entries', e cioe' gli impianti che per la prima volta compaiono nel censimento Nimby Forum, si registra un picco di nuovi focolai di contestazione con un 111 unita' censite rispetto alle 91 del 2014 (+22%). La crescita piu' pronunciata riguarda il comparto dei rifiuti: con un balzo del +11,8% sul 2014, il settore torna ai livelli record del 2009. Zero impianti contestati, invece, nel fotovoltaico. "Ogni tentativo di mutamento dello status quo incontra enormi difficolta' in Italia. Continua a mancare la definizione di un modello di sviluppo condiviso, come obiettivo nazionale, con i cittadini e gli enti locali. E mancano ancora procedure chiare", commenta Alessandro Beulcke, Presidente di Allea, agenzia che promuove l'Osservatorio Nimby Forum.
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