Domani si apre la settimana che potrebbe vedere la conclusione della partita che va avanti da mesi, quella del rimpasto di governo o, per usare un'espressione più vicina alla sensibilità del premier, di sistemazione delle caselle rimaste vacanti. Nelle intenzioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi doveva chiudersi la settimana scorsa, ma le tensioni venute alla luce con la conferma a sorpresa, al Senato, del forzista Altero Matteoli alla presidenza della commissione Lavori pubblici hanno evidenziato la necessità di procedere con un supplemento di accortezza. I 'rumors' indicano che il capitolo dovrebbe essere entrato nella fase finale. Il tassello principale riguarda il ministero degli Affari regionali, dopo le dimissioni, ormai un anno fa, di Maria Carmela Lanzetta. Candidato a prenderne il posto sarebbe, in prima battuta, l'attuale vice ministro della Giustizia, in quota Ap, Enrico Costa. Costa risulta incalzato, però, da un'altra esponente centrista, la vice presidente dei senatori Ap Federica Chiavaroli. Per il ruolo di Costa, a quel punto sarebbero in corsa Dorina Bianchi e Gabriele Albertini, della sua stessa area politica. Ap Ncd-Udc vedrebbe inoltre ripristinata la posizione, come sottosegretario alle Infrastrutture, di Antonio Gentile.
In 'palio', su altri versanti, ci sono le caselle del Ministero dello Sviluppo economico, dove risultano libere le posizioni da vice ministro. Dopo il tramonto dell'ipotesi Vasco Errani, resta stabile la quotazione dell'attuale sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova. In ballo il possibile up-grading a vice ministro all'Economia dell'attuale sottosegretario e leader di Scelta civica Enrico Zanetti. Dopo un periodo di 'eclissi' dalla rosa delle nomine, agli Esteri sembra essere tornato in pista Enzo Amendola (Pd) per il ruolo di vice ministro lasciato a suo tempo da Lapo Pistelli. Resta da vedere se Scelta civica, con l'eventuale promozione di Zanetti, dovrà accontentarsi o potrà aspirare anche ad un posto da sottosegretario ai Beni culturali. Così come è da vedere se il gruppo delle Autonomie al Senato archivierà definitivamente lo 'schiaffo' subito giovedì scorso con la mancata elezione di Vittorio Fravezzi alla presidenza dell'ottava commissione di palazzo Madama, rimasta al forzista Matteoli, unica presidenza conservata dall'opposizione.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: