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Pubblicato il 04/04/2016 12:12

Sangermano (Cisl): "Manodopera irregolare nei cantieri"

"Manodopera irregolare nei cantieri". La denuncia e' del segretario Cisl della provincia dell'Aquila, Paolo Sangermano che, alla vigilia del settimo anniversario del terremoto, parla di "un territorio che ancora non riesce a metabolizzare la confusione e l'interpretabilita' di norme e regole, spesso in contraddizione tra esse, che si e' determinata all'indomani del sisma (con la certezza che ne seguiranno altre), a cui si aggiunge l'evidente disagio sociale che ancora permane tra la popolazione".

"La maggior parte degli operai dipendenti di imprese impegnate alla ricostruzione post-terremoto - spiega ancora -, che risultano avere sede legale sul territorio, arriva da fuori provincia. La massa salariale indicata per tali lavorazioni, pur in presenza del sostanziale stesso numero di imprese e di operai impiegati, continua a decrescere, confermando l'ipotesi della presenza di irregolarita' nei cantieri della ricostruzione".

Sangermano evidenzia come "la massa salari continua a diminuire, favorita dalla presenza di oltre 600 norme che  regolano le attivita' sulla ricostruzione, spesso scollegate o in contraddizione tra loro, che favoriscono il proliferare di imprese poco serie, oltre ad un aumento del numero dei subappalti, ben oltre quanto previsto dalla vigente normativa, falso lavoro autonomo, disinvolto utilizzo dei distacchi di manodopera, aumento dei 'vouchers' (lavoro occasionale non organizzato), utilizzo di contratti diversi dall'edilizia, incompatibili con l'attivita' di ricostruzione strutturale, condizionata dal rispetto delle norme sulla sicurezza per la presenza di perenne rischio di infortuni". 

Secondo Sangermano, "ad oggi, tutti gli indicatori economici della provincia aquilana continuano ad essere negativi, l'export, dal 2014 al 2015 e' sceso del 16,2%, contro un -2,6% della media abruzzese. 1.641 le imprese iscritte alla Camera di commercio, contro 1.791 cessazioni di attivita'. Il territorio, nell'ultimo anno, ha perso 150 imprese. Il quadro economico e' il peggiore del Centro-sud, in termini occupazionali e di sviluppo, nonostante gli ingenti flussi finanziari legati alla ricostruzione. Ma cio' che maggiormente preoccupa e' la situazione delle aziende impegnate nei lavori di ristrutturazione"

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