"Ho annunciato al prefetto, il quale mi ha detto che e' mia competenza, che mi rifiuto di trovare una soluzione per i disperati che verranno sfrattati dal Progetto Case, venga il governo. Se vuole, mi sospenda lui e poi proponga la misura al consiglio dei ministri. Mi caccino, sono pronto ad andare via". Torna in trincea il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che negli anni scorsi era stato protagonista di clamorose proteste, come quella della riconsegna della fascia tricolore all'allora capo dello stato Napolitano e della rimozione della bandiera tricolore dalle sedi comunali, per denunciare la carenza di fondi statali per la ricostruzione.
Nel sottolineare che ancora una volta il Comune e' stato lasciato solo "era gia' successo sulla questione delle macerie e dei puntellamenti", Cialente ricorda di "aver gia' tolto 80 persone dalla scuola ispettori della Guardia di Finanza a Coppito che costavano un milione di euro, portandole al Progetto Case e risparmiando diverse centinaia di migliaia di euro".
"Voglio una operazione verita' in tutta Italia: la sentenza della Corte dei Conti verra' inviata a tutte le Procure della Corte dei Conti regionali, a tutti i comandi della Guardia di Finanza, ai ministeri della Giustizia e delle Finanze, e, per conoscenza a tutte le procure della Repubblica, per sapere cosa stanno facendo le Ater e gli altri enti per recuperare i fitti non pagati, a volte 7 euro per immobili di lusso, ai potenti di turno, io sono stato condannato per non aver sfrattato terremotati in mezzo ad una strada perche' da sei anni sono senza lavoro". Cosi' ha proseguito il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente.
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