Il sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli e l'assessore ai servizi sociali, Nicola D'Alessandro hanno dovuto fare dietrofront sulla nuova tariffazione della refezione scolastica dinanzi al fronte compatto dei genitori che non ne hanno voluto sapere di far passare la delibera con cui il Comune aveva deciso di applicare il principio di equita' sociale alle mense scolastiche: pasti gratis per i poveri e a prezzo pieno 4,58 euro per i piu' ricchi. Niente da fare, resta tutto come prima: ricchi e poveri pagheranno tutti la stessa somma, 2,44 euro che corrisponde al 50% del costo del servizio; pasto gratis per gli indigenti. Di fronte alle minacce di rivolgersi al Tar da parte del comitato dei genitori il Comune ha ceduto, ritirando la delibera.
"Non possono cambiare le carte in tavola a anno scolastico iniziato", hanno detto i genitori. Un passo indietro del sindaco che fino a ieri aveva dichiarato di voler andare avanti con la scelta di applicare la legge che prevede la partecipazione dei contribuenti ai servizi comunali tenendo conto del reddito di ogni famiglia.
"Nel condividere i principi generali di equita' sociale applicata al servizio di refezione scolastica, attraverso l'obbligo di introduzione del modello Isee, fermo restando il contenuto e la ratio della delibera all'uopo approvata - si legge nel comunicato del sindaco diramato dopo l'infuocata riunione con i genitori - si concorda di rinviare l'efficacia della stessa all'inizio del prossimo anno scolastico. Tale decisione viene assunta allo scopo di integrare i dati reddituali della cittadinanza, gia' in possesso del Comune, anche attraverso fattiva partecipazione, delle dirigenti e dei rappresentanti dei Consigli di istituto. Il rinvio - conclude la nota - consentira' di approfondire anche la definizione delle fasce reddituali e meglio rivalutare la posizione degli studenti 'non residenti'".
Ieri intanto molte famiglie hanno applicato la protesta facendo mangiare i propri figli a scuola con il cestino preparato dalle mamme, acquistando coca cola e pizzetta (senza, dunque, risparmiare) e in alcuni casi riportando i bambini a casa per pranzo. Su un totale di 800 alunni sulmonesi, solamente 180 hanno consumato il pranzo nella mensa scolastica, tra i disagi per i bimbi celiaci, che complessivamente sono un centinaio in citta', e il danno subito dall'azienda che si occupa della refezione scolastica.
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