Lo stato di avanzamento del POR FESR 2014-2020 (fondi europei di sviluppo regionale) in rapporto al calendario indicativo dei Bandi 2016-2017 e' al centro della riunione del Comitato di Sorveglianza in corso di svolgimento all'Aurum di Pescara alla presenza del Rapporteur della DG Regio della Commissione europea, Luigi Nigri, del vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, e dell'Autorita' di gestione unica, Giovanni Savini. Sulla base delle priorita' strategiche del POR FESR Abruzzo 2014-2020 e dei target al 2018 per la riserva di efficacia, la Regione Abruzzo potrebbe arrivare a mobilitare circa 120 milioni di euro nei prossimi 18 mesi, se si reperiranno 12 milioni di euro (3 per il 2016 e 9 per il 2017) di cofinanziamento regionale. Allo stato attuale, le priorita' sono la Banda Larga per la quale e' prevista l'attivazione di oltre il 42% del plafond (11 mln su 26 mln); il rischio idrogeologico attraverso l'attivazione quasi completa del plafond (23,5 mln su 25 mln), le Aree di crisi rispetto alle quali si prevede l'attivazione della quasi totalita' del plafond (21 mln su 23 mln) ed il settore RS&I (Ricerca ed Innovazione) con l'attivazione di oltre il 50% del plafond (23 mln su 45 mln). Il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, riferendosi allo stato di salute dell'economia abruzzese, ha parlato di "crisi piu' forte che altrove aggravata dal terremoto ma anche di differenze sostanziali con altri territori del Mezzogiorno per la presenza in Abruzzo di una diffusa industrializzazione".
Secondo Lolli, "nonostante le difficolta' strutturali delle micro imprese ed il problema disastroso dell'accesso al credito, e' importante evitare il fatalismo e difendere il nostro tessuto economico metro dopo metro". La vera svolta, a giudizio del vice presidente, sara' rappresentata da "una strategia-metodo Patto per lo sviluppo che equivale a lavorare con i protagonisti del tessuto sociale e produttivo regionale. In passato - ha proseguito Lolli - siamo stati ossessionati piu' dalla necessita' di spendere i fondi comunitari che dalla qualita' della programmazione senza contare che l'Abruzzo ha commesso l'errore madornale di farsi inserire tra le Regioni in transizione. Ora occorre un deciso cambio di passo e di prospettiva. Per questo, bisogna puntare su ricerca, aree di crisi e credito ed a tal proposito puo' rivelarsi determinante il sistema dei Confidi oltre ad altri strumenti atti a favorire l'accesso al credito". Lolli, infine, ha annunciato che "entro giugno, si arrivera' a redigere la carta per lo sviluppo sostenibile, piu' nota come Carta di Pescara, che guarda con attenzione prporio alla nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020".
Entro il mese di luglio sara' pubblicato il primo bando riservato alla ricerca, circa 23 milioni di euro, previsto dalla nuova programmazione europea 2014-2020. Lo ha annunciato l'Autorita' unica di gestione dei fondi POR FESR-FSE della Regione Abruzzo, Giovanni Savini, illustrando le priorita' del governo regionale nel corso della riunione del Comitato di Sorveglianza, in fase di svolgimento all'Aurum di Pescara, alla presenza del Rapporteur della DG Regio della Commissione europea, Luigi Nigri. Le priorita' da tradurre in bandi sono quattro: fondi per la banda ultra larga (11 milioni di euro), dissesto idrogeologico (25 milioni), sostegno alle aree di crisi (21 milioni) e ricerca e innovazione (23 milioni). Per il Fondo Sociale Europeo la programmazione prevede invece una spesa complessiva di circa 60 milioni di euro per i prossimi due anni.
Dalle analisi condotte da vari istituti di ricerca tra cui Svimez e Cresa, e' emerso che l'Abruzzo e' la regione del Mezzogiorno che lamenta la piu' alta percentuale di giovani laureati emigrati per trovare occupazione: il 33,9 per cento contro il 29,2 per cento del Mezzogiorno. Per Savini, l'ossessione per un recupero, in termini generali, del tasso di occupazione, si aggiunge all'ossessione al quadrato per porre freno alla piaga della fuga dall'Abruzzo dei giovani laureati. Per cui, bersaglio privilegiato della programmazione Por-Fesr 2014-20 non puo' non essere quello di favorire la nascita di opportunita' di lavoro durevoli e di qualita' per i giovani laureati abruzzesi. Una tematica prioritaria che si inserisce in quella piu' complessiva che registra l'elevato tasso di disoccupazione giovanile (47,4 per cento) che, pur essendo molto piu' basso rispetto alla media del Mezzogiorno, che si attesta al 55,9 per cento, supera di quasi 12 punti la media delle regioni del centro-nord che raggiungono la percentuale del 35,5 per cento. Non a caso, Savini ha ricordato che buona parte delle misure del Piano Operativo dei fondi di sviluppo regionale destinate all'Abruzzo, sono indirizzate ai giovani e guardano con particolare attenzione ai settori Ricerca ed Innovazione . Nello specifico, l'Asse 1, relativo al settore Ricerca, prevede risorse per 45 milioni di euro, oltre il 20 per centro del totale delle risorse che ammontano a circa 231 milioni di euro. Dal canto suo, il Rapporteur della Commissione europea, Luigi Nigri, ha apprezzato lo sforzo della Regione Abruzzo di aver voluto cambiare l'approccio metodologico puntando sul tema della valutazione, sull'importanza della comunicazione rispetto alla platea potenziale di beneficiari e di dare conto dei risultati ottenuti con la precedente programmazione oltre a valorizzare l'apporto fornito dall'informatica ai fini di semplificare le procedure e gli strumenti di sostegno a chi partecipa ai bandi. Secondo Nigri, infine, non mancano le note positive tanto e' vero che, a suo parere, l'Abruzzo e' la sola regione del sud che, una volta superato il guado, non si e' piu' guardata indietro
Febbo: nessun errore della giunta di centrodestra
"Nessun madornale errore della passata Giunta come afferma il vice presidente della Giunta Lolli. Infatti la decisione di stare in transizione o convergenza e' della Commissione Europea sulla base del reddito medio pro capite." Questo il commento di Mauro Febbo, presidente della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo. "L'unica regione retrocessa a livello europeo e' stata la sola Basilicata, non per sua scelta, ma a causa della forte crisi che ebbe il polo del mobile (Salotti Natuzzi) che ha avuto riflessi devastanti sui livelli occupazionali e quindi reddituali. L'allora governo italiano - prosegue Mauro Febbo - tento' di non inserire regioni in transizione ma la Commissione impose la scelta, tant'e' che l'ha istituita! Noi saremmo andati in convergenza, quindi, con regioni come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana ed il riparto sicuramente ci avrebbe penalizzato. Andammo in transizione definendo le risorse con le altre due regioni, ovvero la Sardegna e il Molise, piu' una compensazione con lo Stato. D'altronde - rincara l'ex assessore regionale alle Politiche agricole - anche nel FEASR (Fondo Europeo Agricolo Sviluppo Rurale) siamo in transizione, ma siamo stati l'unica regione in Europa ad aver avuto maggiori risorse, sia sul primo pilastro che sul secondo, tant'e' che il PSR e' passato dai 382 milioni di euro (2007-2013) a 432 milioni di euro (2014-2020)".
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