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Pubblicato il 08/10/2016 18:06

Aca, Luca Toro è il nuovo presidente

Eletto dall'assemblea dei soci dell'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), il nuovo cda dell'azienda: Luca Toro e' presidente, Mirko Velluto e Giovanna Brandelli sono i consiglieri. I sindaci di centrodestra, contrari al ritorno al cda, al momento del voto hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Le polemiche riguardano l'entrata in vigore del decreto Madia, che prevede l'amministratore unico come organo amministrativo delle societa' a controllo pubblico. La nuova governance dell'azienda e' stata eletta con 37 voti favorevoli e tre contrari (Castilenti, Citta' Sant'Angelo e Tocco da Casauria). L'assemblea dell'Aca, nella sede di Confindustria Chieti-Pescara, alla presenza di 57 sindaci, si era aperta con la discussione sul documento presentato dal primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, in rappresentanza di 35 Comuni, per il ritorno al cda a tre membri, a parità di spesa rispetto al compenso dell'ex amministratore unico, cosi suddiviso: 40% al presidente e il restante 60% ai due consiglieri.

Il presidente del collegio sindacale, Roberto Costantini, dopo aver illustrato l'attività svolta dal giorno dell'insediamento ad oggi - pagamento degli stipendi dei dipendenti e della prima rata del concordato preventivo, costituzione in giudizio nei contenziosi che si sono determinati nell'ultimo periodo - ha ricordato che il 23 settembre e' entrato in vigore il decreto Madia sulla cui applicabilità e' stato acquisito il parere dell'avvocato Costantino Tessarolo. Il decreto Madia, secondo il parere del legale, prevede che l'organo amministrativo delle società a controllo pubblico debba essere costituito di norma da un amministratore unico e che il cda e' eccezione alla regola, da approvare con decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

Secondo l'avvocato Tassarolo, "la norma che prevede che le società a controllo pubblico siano amministrate da un amministratore unico e', quindi, immediatamente applicabile e non ammette, allo stato, alternative". L'assemblea si è quindi divisa tra i sostenitori del cda e quanti sostenevano l'opportunità di mantenere un amministratore unico. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ad esempio, ha insistito per il rispetto del decreto Madia, invitando i colleghi del centrodestra a votare un amministratore unico indicato dal centrosinistra, a patto che si rinunciasse all'indicazione di un cda.

"Era stato chiaro gia' dall'assemblea del 10 settembre che sull'Aca il Pd, che fa riferimento a D'Alfonso, e uno sparuto gruppetto di 'interessati' sindaci facenti capo alla senatrice Chiavaroli, avrebbero giocato sulla pelle della gente e dei comuni al fine di rimettere le mani sulla gestione di stampo clientelare del sistema idrico integrato". Lo denuncia un gruppo di sindaci che hanno contestato il voto per la nomina del nuovo cda dell'Aca, annunciando che "contro il voto presenteremo ricorso nei competenti tribunali". In particolare, i sindaci di Chieti, Casalincontrada, Arsita, Atri, Bisenti, Montefino, Cappelle sul Tavo, Catignano, Civitella Casanova, Collecorvino, Elice, Moscufo, Pianella, Rosciano e Scafa sottolineano che "accantonata la candidatura di Leombroni, troppo troppo chiacchierata, e la scelta fatta tre anni fa dal centro destra dell'amministratore unico, D'Alfonso e compagnia hanno deciso di eleggere un consiglio d'amministrazione con piu' poltrone da spartire". "Nell'odierna assemblea - aggiungono i primi cittadini - il centro sinistra e' andato avanti sulla strada della illegittimita' nonostante il parere richiesto da Aca chiarisse in modo inequivocabile che la legge Madia impone la figura dell'amministratore unico, proprio per interrompere le perverse ingerenze della politica nelle attivita' gestionali che hanno disastrato migliaia di societa' partecipate". "Nulla di nuovo sotto il sole, anzi sotto l'acqua - osservano - l'Aca e' tornata ad essere il luogo ideale degli intrecci politici, a cominciare dal rimpasto di giunta di Pescara che andava compensato con un posto nel Cda al commercialista Velluto in quota Teodoro, gia' nominato da Alessandrini nel collegio sindacale di Attiva, per continuare l'accordo sacramentato tra D'Alfonso e la Chiavaroli, che fa eleggere presidente un suo amico" "A tutto questo noi ci siamo nuovamente opposti con coerenza, presentando una pregiudiziale talmente fondata da essere accolta  dal presidente dell'assemblea per non procedere all'elezione del Cda, ma per eleggere un solo amministratore; la fame di poltrone del Pd e soci, tuttavia - dicono - e' stata talmente grande da richiedere di rianticipare il voto sul Cda e, conseguentemente, noi non abbiamo partecipato al successivo voto sul Cda in quanto palesemente illegittimo. Contro quel voto - annunciano i sindaci - presenteremo ricorso nei competenti Tribunali per riaffermare il rispetto delle regole ed aver e dare quella giustizia ai cittadini che dei sindaci poco responsabili hanno negato". 

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