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Pubblicato il 05/08/2016 10:10

Boldrini ricorda la tragedia di Marcinelle: di lavoro si continua a morire

Quella di Marcinelle e' stata una tragedia che ha colpito anche i nostri connazionali "costretti a lavorare in condizioni disumane, per questo sono morti". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenuta oggi a Passolanciano, alla base degli impianti di risalita' della localita montana ricadente nel Comune di Pretoro, per partecipare alla giornata conclusiva delle iniziative, organizzate dalla presidenza della Regione Abruzzo, per il 60esimo anniversario della tragedia di Marcinelle che l'8 agosto del 1956 provoco' in totale 262 morti. Tra i minatori deceduti nel Bois du Cazier, 136 erano italiani e tra questi 60 abruzzesi, per lo piu' provenienti da Lettomanoppello, Manoppello, Farindola e Turrivalignani. A Passolanciano la Boldrini ha inaugurato il monumento al minatore donato dall'associazione "Minatori-Vittime del Bois du Cazier 08-08-56 Marcinelle".

Una tragedia, quella di Marcinelle, "che quindi - ha osservato la presidente - ci fa capire che i processi di migrazione possono essere processi molto dolorosi, ma anche processi nei quali si puo' veramente costruire un processo di sviluppo. Oggi - ha aggiunto - i nostri connazionali in Belgio sono parte di quel tessuto sociale e sono classe dirigente perche' sono stati messi in condizione di avviare un percorso e di integrarsi". La Boldrini ha poi sottolineato che "sul lavoro si continua a morire, di lavoro si continua a morire e questo, purtroppo, e' inaccettabile. Quindi - ha detto - meno precarieta' sul lavoro, piu' controlli e anche piu' importanza al lavoro come aspetto della dignita' dell'individuo". I corazzieri hanno deposto una corono d'alloro ai piedi del monumento per conto del presidente della Repubblica Mattarella. Alla cerimonia odierna erano presenti, tra gli altri, Nino Domenico Di Pietrantonio, presidente dell'associazione Minatori Vittime del Bois du Cazier, l'ambasciatore del Belgio in Italia Patrick Vercauteren Drubbel e il presidente della Regione Luciano D'Alfonso

 "Sono io che vi ringrazio per quello che avete fatto per tutti noi, per il nostro Paese. Apprezzo la vostra vicinanza, sono qui per dirvi che non siete sole, che lo Stato vi deve tanto, perche' voi siete state capaci di grandi sacrifici, ma anche di portare avanti il nostro Paese. E' un dovere che lo Stato ricordi quei morti e il sacrificio di tanti connazionali". Cosi' la presidente della Camera, Laura Boldrini, abbracciando le vedove della tragedia di Marcinelle, appena arrivata in Abruzzo per una cerimonia di commemorazione delle vittime dell'incidente in miniera. "Ci fa tanto piacere conoscere il presidente che ci ha onorato della sua visita", hanno detto i minatori superstiti all'arrivo della presidente. "Quei poveri minatori hanno fatto tanto per l'Italia, hanno dato la vita giovanissimi", hanno affermato rivolgendosi in lacrime alla Boldrini le due vedove  presenti all'iniziativa, Lucia e Maria

La presidente della Camera, Laura Boldrini, a Passolanciano, in Abruzzo, per la cerimonia di commemorazione delle vittime della tragedia di Marcinelle, in miniera, invita il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, ad organizzare qualcosa per  ricordare l'impegno e il ruolo delle donne. "Tu che sei una persona sensibile, perche' non organizzi qualcosa con la Regione?", ha detto Boldrini a D'Alfonso, intrattenendosi con i presenti a margine dell'evento. In tal senso, la presidente ha ricordato l'inaugurazione della 'Sala delle Donne' a Montecitorio, riconoscimento e tributo alle donne che hanno fatto la storia della Repubblica. "Vi sono i ritratti delle 21 costituenti - ha detto - delle prime dieci sindache, della prima presidente della Camera, della prima Ministra e della prima presidente di Regione". 

Con una corona al monumento che ricorda i caduti di Marcinelle si e' aperta, questa mattina, a Lettomanoppello, la giornata conclusiva delle celebrazioni volute dal presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, per ricordare e onorare le 60 vittime abruzzesi della miniera di carbone del Bois du Cazier, a Mercinelle, accaduta l'8 agosto 1956. Il monumento, opera di uno scultore abruzzese, riporta in una teca di cristallo posta alla sua sommita', un blocco di carbone intriso del sangue di una vittima ignota di quella immane tragedia, a causa della quale morirono per asfissia 262 persone. Parlando ai numerosi presenti, tra i quali i sindaci dei comuni abruzzesi che hanno dato i natali alle vittime di Marcinelle, D'Alfonso ha detto che quella di oggi e' stata un'occasione per fare una riflessione su quello che e' stato il fenomeno della immigrazione dall'Abruzzo verso il resto del mondo. "Dal distretto di questa zona dell'Abruzzo partirono 350 persone che vennero incoraggiate da un manifesto di colore rosa che prometteva lavoro e benessere per chiunque si fosse recato ad estrerre carbone in una miniera belga". "In quegli anni solo 100 mila abruzzesi, su una popolazione di 1 milione e 270 persone, vivevano di proventi da lavoro dipendente: mancavano all'appello oltre 350 mila posti di lavoro". Molte di queste persone, incoraggiate da quel "benedetto/maledetto manifesto rosa" partirono per il Belgio, che era allora una potenza coloniale ricca di materie prime, in virtu' di un accordo "uomo/carbone" stipulato tra il Belgio e l'Italia che consentiva a moltissimi italiani e a molti abruzzesi di avere una speranza di vita migliore. "Oggi, noi, onoriamo queste vittime e le loro famiglie - ha affermato D'Alfonso - e lo facciamo con la certezza che la conoscenza di quanto e' accaduto ci consentira' di creare le condizioni perche' simili tragedie non abbiano piu' a verificarsi in futuro, stabilendo regole nuove in una Europa dei diritti e della cittadinanza che sappia riconoscere la dignita' della persona"

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