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Pubblicato il 16/04/2016 21:09

Brioni, mobilita' volontaria incentivata per 139 dipendenti

 Mobilita' volontaria incentivata per 139 dipendenti, riduzione delle ore settimanali e sviluppo di attivita' di 'insourcing': a grande maggioranza i circa 1.200 lavoratori dei tre stabilimenti della Brioni che si trovano nell'area Vestina, in provincia di escara, hanno detto si' alla bozza di accordo tra sindacati e azienda. "E' stato limitato l'impatto, che pero' e' un impatto, non e' che abbiamo risolto il problema", commenta l'assessore alle Attivita' produttive della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ricordando che l'azienda aveva inizialmente annunciato oltre 400 esuberi. I lavoratori hanno dato il via libera all'accordo con 836 si' e 93 no nel corso di sei assemblee che si sono svolte ieri, due nello stabilimento di Penne, due in quello di Montebello di Bertona e due in quello di Civitella Casanova . Si apre quindi la mobilita' volontaria incentivata: 139 persone dovranno farsi avanti entro il 30 aprile; se non si raggiungera' il numero, a maggio l'azienda e i sindacati torneranno a trattare per valutare il da farsi. Oltre alla mobilita' e alle attivita' di insourcing, l'accordo prevede la riduzione a 32 ore settimanali per chi aveva un contratto da 40 o 36 ore e a 16 ore settimanali per i contratti da 20 ore, il tutto con flessibilita' settimanale, mensile e annuale. "Siamo contenti per il fatto che abbiamo gestito, seppur con dolore, questo accordo - commenta Luca Piersante della Uil - Da come eravamo partiti abbiamo salvato almeno 250 posti di lavoro, ora vedremo a maggio cosa accadra'". "Il danno c'e' - riprende Lolli - ma lo abbiamo limitato. All'esito della trattativa abbiamo la ragionevole certezza che l'azienda rimanga sul territorio. C'e' il problema occupazionale, ma l'aver ridotto gli esuberi da 402 a 139 full time e' un passo avanti. Dobbiamo capire che fine faranno quei 139 lavoratori e cosa succedera' a maggio. In ogni caso - conclude l'assessore e vicepresidente della Regione - il Governo deve aprire un confronto con Kering, gruppo francese proprietario degli stabilimenti abruzzesi".

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