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Pubblicato il 02/12/2016 11:11

Censis, lieve recupero dei consumi

Nel biennio 2014-2015 c'e' stato un lieve recupero dei consumi (+2,1%) dopo la forte contrazione del periodo di crisi (-7,6% negli anni 2008-2013). Ma sono 26 milioni gli italiani che ancora oggi indicano come prioritario il contenimento delle spese quotidiane. E' quanto emerge dal 50° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Profonde sono le disuguaglianze sociali: tra le famiglie a basso reddito il 58% indica la priorita' di comprimere le spese e il 28% vorrebbe spendere qualche soldo in piu' sui consumi per il proprio benessere, mentre tra le famiglie benestanti le percentuali sono pari rispettivamente al 34% e al 46%. In questi anni c'e' stato pero' un "welfare dei consumi" riferibile all'operato dei player della distribuzione moderna organizzata, grazie alla leva dei prezzi e alle promozioni, che si e' materializzato nella concreta possibilita' per le famiglie di comporre un carrello della spesa articolato e modulato sulla propria capacita' economica. Appaiono poi sempre piu' concreti i rivolgimenti riconducibili alla sharing economy. Ma le nuove pratiche che si stanno diffondendo sollevano polemiche su due fronti: il rispetto delle regole concorrenziali rispetto ai servizi preesistenti e gli effetti indiretti sui "lavoretti" on demand. E' suonato troppo in fretta il de profundis per la produzione manifatturiera dentro i perimetri urbani. Nei comuni capoluogo opera il 25,4% delle aziende, con circa un milione di addetti (il 26,6% del totale). Le 12 piu' grandi citta' italiane raccolgono il 37,3% delle startup innovative (e il 23,8% di quelle inquadrabili nel manifatturiero), il 45% degli incubatori d'impresa, il 43,5% degli spin-off universitari e il 21,1% dei fablab dove si applicano i talenti dei nuovi "artigiani digitali" protagonisti della rivoluzione dell'industria 4.0.

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