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Pubblicato il 06/12/2016 16:04

Confindustria, cresce l'export in Abruzzo del 13,6 %

"L'aumento del valore delle esportazioni  (+13,6%) che porta l'Abruzzo ad incrementare la propria quota sull'export nazionale dello 0,2%". Emerge dall'indagine semestrale sull'industria abruzzese del centro studi Confindustria Abruzzo relativa all'andamento del I semestre 2016 ed alle previsioni per il II semestre 2016. Risultano tutti in miglioramento gli indicatori relativi al mercato del lavoro, in particolare per quanto concerne la CIG straordinaria. Con riferimento all'area della produzione, il segnale derivante dalle risposte delle imprese evidenzia una sostanziale situazione di stabilita' (tra -0,5% e + 0,5%), sia sul dato concernente le giornate di lavoro (stabili anche in questo semestre) che sull'utilizzo della capacita' produttiva (anch'esse in linea con il periodo precedente). In leggera riduzione la percentuale (14%) di imprese che dichiara una riduzione dell'utilizzo di capacita' produttiva rispetto al semestre precedente. Considerando l'andamento degli indicatori  commerciali, si evidenzia un quadro positivo dato che poco meno del 50% delle imprese propende per la stabilita' ed il 35% per una crescita (valori ambedue migliori rispetto all'indagine precedente). Per quanto concerne le  esportazioni, il dato predominante e' ancora una volta rappresentato dalla stabilita' (43% in forte crescita rispetto al 34%, il 37% e 30% delle tre precedenti indagini). 

L'indagine sull'industria abruzzese relativa al I semestre 2016 evidenzia un parziale miglioramento degli indicatori macro a cui pero' si accompagna una diffusa propensione alla stabilita' per la gran parte degli indicatori produttivi e commerciali. Inoltre le previsioni per il II semestre 2016 appaiono meno brillanti rispetto al consuntivo dei sei mesi precedenti, con una preponderanza di orientamenti alla mera stabilita'. Con riferimento al tema degli investimenti, il primo semestre ha evidenziato una leggera ripresa in alcuni comparti ma le previsioni sono meno positive per la seconda parte dell'anno. Persiste quindi una diffusa difficolta' delle imprese abruzzesi a supportare la propria crescita futura con adeguati progetti, il che costituisce un'ipoteca sulla possibilita' per il sistema imprenditoriale regionale di cogliere quei seppur timidi segnali di ripresa (comunque contenuta) che si registrano nelle previsioni dei principali centri studi e delle istituzioni economiche internazionali. Confindustria Abruzzo plaude alle iniziative nazionali (Industria 4.0 e credito alle imprese) e locali (Carta di Pescara per l'industria sostenibile) ma ritiene che esse debbano essere supportate da interventi volti a migliorare il "doing business". In quest'ottica, appare pero' fondamentale l'emanazione dei bandi per l'innovazione -recentemente preannunciati dall'Assessorato allo Sviluppo economico -, gli interventi atti a facilitare il credito alle imprese di minori dimensioni, cosi' come la concretizzazione di tutti quei provvedimenti e progetti a valere sui vari programmi nazionali e europei, atti a immettere liquidita' e lavoro e a dare maggiore competitivita' al territorio. A cio' si aggiungono non piu' procrastinabili interventi attinenti l'impianto istituzionale e amministrativo, l'ammodernamento della rete infrastrutturale materiale ed immateriale, il sistema formativo. 

"I dati relativi alla prima parte del 2016 confermano il leggero miglioramento gia' registrato nel secondo semestre dell'anno scorso" afferma il Presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone. "Nel primo semestre, peraltro, si registra anche qualche ripresa negli investimenti, vero problema dell'economia abruzzese negli ultimi anni - continua Ballone - E' un segnale incoraggiante seppure ancora debole, in linea, del resto, agli scenari economici e politici che si paventano a livello italiano ed europeo. A fronte di questi scenari economici, il nostro Paese e la nostra Regione hanno bisogno di dare giusta soluzione a problemi antichi che ostacolano un giusto approccio alle nuove tematiche finanziarie e produttive da parte del sistema economico. Rispetto alla nuova era economica in corso, definita ormai comunemente "Industria 4.0", restano nodi da aggredire per rendere piu' competitivo il nostro sistema produttivo e il relativo contesto territoriale e amministrativo. Burocrazia e sistema autorizzativo, infrastrutture materiali e immateriali, sistema formativo, servizi pubblici locali, difficolta' di accesso al credito, tanto per citare alcune questioni prioritarie, restano ancora ostacoli alla crescita e allo sviluppo di una regione che, invece, ha in se' enormi potenzialita' imprenditoriali e voglia di crescere". 

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