Prezzi degli stabilimenti balneari in leggero rialzo quest'estate: in media le maggiorazioni registrate nelle regioni sono del 2,4%. Per una giornata al mare una famiglia spende in media 59 euro. E' quanto emerge da un'indagine dell'Adoc, secondo cui e' la Sardegna la Regione piu' cara. Le Regioni dove si registrano i maggiori aumenti sono Sardegna (+5,2%) e Campania (+4,1%), seguite da Puglia e Abruzzo (+3,8%), Basilicata e Marche (+3,7%). Mediamente, i costi da sostenere per il solo utilizzo dei servizi standard degli stabilimenti e' pari a poco meno di 30 euro per famiglia, con punte massime in Sardegna (40 euro) e Liguria (39 euro). Ma nel calcolo dei costi da sostenere per una giornata al mare vanno inseriti quelli destinati alla ristorazione, con una spesa media di 25 euro a famiglia e gli extra (come parcheggio e docce calde quando non comprese nei servizi standard), in media poco piu' di 5 euro al giorno. Complessivamente, una famiglia puo' arrivare a spendere 59 euro per una giornata al mare, con punte minime in Molise (48 euro) e massime in Sardegna (78 euro). Nonostante il lieve rialzo dei costi, il mare e le localita' balneari italiane continuano ad essere le mete preferite dai turisti italiani, scelte dal 65% dei partenti. La Sicilia e' la Regione piu' gettonata (19% delle preferenze), seguita da Puglia e Lazio. Il periodo preferito per il soggiorno e' ovviamente agosto, ma anche settembre, che mediamente prevede prezzi inferiori del 30% rispetto all'alta stagione.
"Gli stabilimenti balneari, se ben gestiti, possono diventare il primo baluardo per la tutela dell'ambiente costiero e marittimo ed essere il giusto viatico per il rilancio del turismo, sia balneare che culturale, e dell'economia blu, legata al mare", dice il presidente dell'associazione, Roberto Tascini. "Il settore sicuramente non vive un buon momento, il calo delle presenze e degli investimenti degli ultimi anni, dovuto anche alla continua incertezza sulla durata delle concessioni, ha inciso profondamente sulla loro economia, soprattutto al Sud. E' un punto, quello delle concessioni, che deve necessariamente essere chiarito, in modo da poter gettare le basi per futuri investimenti e definire, una volta per tutte, chi ha il diritto e l'onere di investire nel settore. Per i consumatori tali investimenti potrebbero tradursi in vantaggi sia in termini di qualita' dei servizi offerti sia di prezzi piu' concorrenziali. Crediamo che si debba investire nelle imprese balneari e che queste possano e debbano rilanciarsi anche con iniziative intelligenti. Crediamo che possa essere avviata una sinergia tra turismo prettamente balneare e turismo culturale, collegando le meraviglie naturali delle coste alla grande ricchezza culturale e storica dell'entroterra, prevedendo percorsi e iniziative congiunte al fine di rinnovare e rilanciare l'intero settore turistico. Inoltre, sarebbe opportuno mantenere aperta la stagione balneare anche dopo la fine dell'estate, in particolare nelle Regioni piu' favorite dal clima. I prezzi piu' bassi nei periodi classicamente fuori stagione possono costituire un incentivo in piu' per le famiglie"
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