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Pubblicato il 02/10/2015 14:02

Crisi, in Abruzzo -4.482 imprese tra il 2008 e il 2014

D'Alfonso annuncia: piu' 23 mila occasioni di lavoro negli ultimi nove mesi

 Le imprese abruzzesi, tra il 2008 e il 2014, passano da 132.511 a 128.109, subendo una flessione di 4.482 unita', pari al -3,32%, valore peggiore della media nazionale (-3,15%). E' quanto emerge da un rapporto curato dal ricercatore abruzzese Aldo Ronci e presentato stamani in Regione, a Pescara. A livello territoriale, le variazioni sono state molto diverse tra loro. L'unica provincia a segnare un incremento positivo, anche se molto lieve, e' Pescara (+4), mentre subisce una pesantissima flessione Chieti (-2.843); decrementi piu' lievi si registrano nell'Aquilano (-596) e nel Teramano (-967). Il risultato positivo di Pescara, rileva lo studio, e' da attribuire al fatto che, rispetto alle altre province, ha registrato decrementi minori nei settori dell'industria, delle costruzioni e del commercio. Da un punto di vista settoriale, il decremento piu' consistente si registra nell'agricoltura, con 5.323 imprese in meno; seguono l'industria (-2.225), il commercio (-1.156) e le costruzioni (-463). Ottengono incrementi significativi i servizi (+2.287) e le attivita' ricettive (+2.478). Se attivita' ricettive e servizi crescono in modo piuttosto omogeneo, l'agricoltura decresce vertiginosamente a Chieti (-2.804) e in modo comunque consistente all'Aquila (-1.102), le costruzioni crescono, per effetto del sisma del 2009, solo nell'Aquilano (+441), territorio in cui il commercio segna la piu' alta flessione (-678). L'unica attivita' economica che in Abruzzo ha una percentuale di imprese di gran lunga superiore alla media nazionale, rileva ancora il rapporto, e' l'agricoltura che segna il 22% (15% in Italia), con la maggiore concentrazione registrata nel Chietino. L'attivita' che, al contrario, registra una percentuale di imprese di molto inferiore a quella italiana (25%) sono i servizi, che si attestano al 21%.

La provincia di Chieti si caratterizza per un'alta percentuale di imprese dedite all'agricoltura 33%, piu' che doppia rispetto a quella media nazionale (15%). La provincia di PESCARA si contraddistingue per un'alta percentuale di imprese che esercitano attivita' commerciali 31% (27% in Italia). La provincia di Teramo, invece, presenta una quota di imprese piu' alta nei settori dell'industria 13% (10% in Italia) e dell'agricoltura 20% (15%). La provincia dell'Aquila, infine, si caratterizza per avere percentuali superiori a quelle medie nazionali nei settori delle costruzioni 19% (15%) e delle attivita' ricettive 10% (7%). Se da un lato le imprese ricettive registrano un consistente incremento (+2.287 unita', pari al 31,51%), dall'altro le presenze negli alberghi e negli esercizi extra-alberghieri decrescono in Abruzzo in maniera preoccupante: -1.277.722 unita', pari al -16,90%, valore di gran lunga peggiore di quello nazionale (-0,69%) che, di fatto, rimane stabile. Ricordando i fattori che hanno evitato una flessione complessiva molto piu' pesante, come la crescita delle aziende di costruzioni nell'Aquilano per effetto del terremoto o il forte incremento delle imprese ricettive dovuto all'apertura di nuove partite Iva quale 'ancora di salvataggio' dalla disoccupazione, Ronci cita lo Svimez, secondo cui il Pil abruzzese nel 2014 ha registrato una flessione dell'1,7% (-0,4% in Italia), e sottolinea che "si conferma lo stato di grave crisi in cui versa l'economia abruzzese". "Il sistema produttivo abruzzese ha bisogno di cambiare passo e cio' puo' avvenire soltanto se si riesce a migliorare la competitivita' delle imprese e, in particolare, delle micro-imprese. L'intervento della Regione Abruzzo piu' importante ed efficace in questo senso - conclude il ricercatore - deve orientarsi nella messa a disposizione di servizi capaci di attivare innovazioni".

"I dati vanno sottoposti a costante aggiornamento, siamo nel 2015 e le prospettive sono straordinariamente interessanti circa due elementi di fondo: piu' 23 mila occasioni di lavoro negli ultimi nove mesi; l'export che manifesta tutta la sua consistenza, in ragione soprattutto della vitalita' della provincia di Chieti". Cosi' il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, nel corso della presentazione del rapporto 'La dinamica delle imprese in Abruzzo tra il 2008 e il 2014' curato da Aldo Ronci. "Voglio sfidare tutti i lettori di analisi economiche a stimare due dati che ora tiro fuori: la domanda di consumo di energia elettrica industriale, che segna il piu' 30 per cento in Abruzzo, soprattutto nell'ultimo anno - ha detto il governatore - e poi la domanda di occupazione di suolo pubblico per quanto riguarda i mezzi di trasporto eccezionali. La produttivita' si trasporta e prende la direzione del mondo e noi abbiamo in Abruzzo un aumento straordinario di occupazione del sedime viario per trasporti eccezionali". "Accanto a tutto questo - ha proseguito D'Alfonso - dobbiamo prevedere anche l'impatto delle nuove risorse finanziare sia della politica europea della crescita che della politica nazionale della crescita. Noi abbiamo circa un miliardo e 724 milioni di euro nei prossimi sei anni da assegnare, piu' integrativamente 133 milioni in quanto regione in transizione e le risorse del masterplan. Gia' il 15 ottobre avremo una conoscenza di consistenza finanziaria per quanto concerne il masterplan Abruzzo". Per quanto riguarda l'agricoltura e i dati negativi emersi dal rapporto, il presidente di Regione si e' detto "non solo fiducioso, ma di piu'", perche' "abbiamo le risorse del Psr e stiamo attivando anche i regolamenti attuativi". Il governatore ha infine ricordato che sono stati depositati piu' di 200 tra brevetti e invenzioni industriali che vedono protagonisti gli abruzzesi. 

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