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Pubblicato il 30/12/2015 05:05

D'Alfonso replica alla protesta del Movimento 5 Stelle

L'Ufficio di Presidenza ha l'applicazione della sanzione della "censura"

 "Sono venuto stamani per partecipare ad ogni forma di dibattito ma non all'impedimento fisico. La prossima volta cosa ci dobbiamo attendere? Il fuoco?". Cosi' il presidente della Giunta regionale dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, rispondendo, pur senza citare il Movimento Cinque Stelle, alle accuse dei grillini di aver spintonato il consigliere Sara Marcozzi nel corso della protesta che ha portato la forza di opposizione ad occupare gli scranni della giunta al Consiglio regionale. D'Alfonso ha pronunciato questo passaggio intervenendo nella seduta del Consiglio regionale chiamata ad esaminare il documento di programmazione economico finanziario, il bilancio di previsione e la legge di stabilita'. In particolare il M5s, e il centrodestra, sono insorti sulla carenza di carte relativa agli ultimi due documenti contabili. "Ci sono studiosi che si sono posti il problema del limite in politica", ha spiegato ancora il governatore che ha ricordato i suoi studi di scienze politiche a Teramo. D'Alfonso nel suo intervento ha illustrato le motivazioni delle scelte sul Dpef. La seduta del consiglio cominciata intorno alle 13,30, e' stata interrotta fino alle 17 per permettere la presentazione di emendamenti ai tre documenti contabili.

D'Alessandro: non ho impedito alla maggioranza di operare

"Anch'io ho fatto opposizione in passato, ma non ho impedito alla maggioranza di operare, a differenza del M5S che oggi ha mostrato uno spettacolo indecorso". E' la replica del coordinatore della maggioranza di centrosinistra, Camillo D'Alessandro, al gruppo consiliare del M5S. I consiglieri regionali grillini, questa mattina, in occasione dei lavori del Consiglio regionale convocato per approvare il bilancio, hanno occupato il tavolo dell'esecutivo, impedendo di fatto il proseguo dei lavori dell'Assemblea. "Il M5S non ha certamente lavorato per individuare la soluzione ai problemi degli abruzzesi, al contrario ha dato vita a una operazione di immagine senza contenuti che rimarra' tale".

Dall'Ufficio di Presidenza in arrivo la sanzione della "censura"
"Non e' piu' il tempo delle contrapposizioni ostruzionistiche: il nostro Paese, la nostra regione chiedono, oggi piu' che mai, responsabilita' di governo, condivisione nelle scelte, azioni concrete di progresso e sviluppo. Il nostro sistema democratico e' un valore da salvaguardare e difendere, non un teatro per un protagonismo fine a se stesso, che nulla ha a che fare con un Abruzzo che vuole andare avanti e contare anche a livello europeo". E' quanto affermano in una nota l'Ufficio di Presidenza (Di Pangrazio, Paolini, Gatti, Monaco e D'Ignazio). "Il comportamento di questa mattina del M5S, - si legge sempre nella nota - teso a impedire il regolare svolgimento dei lavori consiliari, si e' rivelato lesivo degli interessi e dei diritti della Comunita' Abruzzese. L'azione dei Consiglieri pentastellati e' stata lesiva della dignita' dell'Istituzione e dell'Assemblea tutta. Attuando un vero e proprio atto di forza, il M5S ha impedito ai Consiglieri regionali, sia di maggioranza sia di minoranza, di svolgere il loro ruolo di rappresentanti eletti dai cittadini e, come tali, nel pieno diritto di salvaguardare il regolare svolgimento dei lavori assembleari, dedicati all'approvazione dello strumento di bilancio, cuore e motore dei vari e molteplici aspetti che interessano l'Abruzzo che produce, che progetta, che garantisce sostegno al sociale e alle attivita' culturali e di ricerca. La conseguenza e' che l'Ufficio di Presidenza ha gia' disposto l'applicazione del comma 5 dell'articolo 53 del Regolamento interno per il funzionamento dei lavori del Consiglio regionale, comminando, nei confronti dei Consiglieri del Gruppo del M5S, la sanzione della "censura", che e' la prima forma di sanzione prevista dal Regolamento stesso. Questo, - conclude la nota - al fine di garantire in futuro la regolarita' delle sedute consiliari, nel pieno rispetto dell'Istituzione regionale, con l'evidenza che non sara' piu' consentito ad alcuno di offendere ne' le Istituzioni, ne' le persone".

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