"Non parlerei di un compromesso, quanto di un testo molto ricco e aperto, che mostra una Chiesa aperta, capace di accoglienza, un luogo in cui nessuno deve sentirsi escluso". Intervistato da Avvenire, Mattino e Repubblica, il segretario speciale del Sinodo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, spiega che le priorita' per i prossimi anni sono "sostenere la famiglia, sollecitare politiche di sostegno ad essa. Invitare la famiglia a vivere la gioia e la gratuita' dell'unione fra uomo e donna aperta alla fecondita'. Perche' senza famiglia - evidenzia - non c'e' domani". "Le parole chiave che emergono da questo Sinodo sono accompagnamento, discernimento, integrazione. Abbiamo ridato centralita' alla dignita' della coscienza rettamente formata, che non si limiti a un giudizio soggettivo della realta', ma acquisisca gli strumenti per comprendere la volonta' di Dio", dichiara Forte. "L'impressione di una mediazione al ribasso e' assolutamente esteriore: ritengo che ci siano invece tutte le premesse, teoriche e pratiche, per fare grandi e concreti passi avanti nell'integrazione. Anche dei casi piu' difficili". Dal Sinodo e' emersa "una Chiesa cioe' che non sale in cattedra, non lancia anatemi, non giudica e non vuole giudicare, ma sta dalla parte della gente e con la gente", spiega il monsignore. "Sotto questo aspetto, il Sinodo ha voluto innovare i modi dell'annuncio evangelico, sintetizzabili in cinque punti fondamentali: la bellezza della famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio come unione stabile e feconda tra uomo e donna; l'accompagnamento; l'integrazione di uomini e donne protagonisti e responsabili, qualunque sia lo status delle loro relazioni familiari; il respiro ecumenico e interreligioso e, infine, la centralita' della persona".
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