La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivellazioni. In particolare, la Corte, a quanto si apprende, ha dato il suo via libera al quesito che riguarda la durata dei giacimenti in mare, entro le 12 miglia. Si tratta dell'unico quesito che la Cassazione, dopo le modifiche in materia contenute nella legge di Stabilita' 2016, aveva ritenuto di trasmettere all'esame della Consulta.
Il quesito e' incentrato, spiega Palazzo della Consulta nel comunicato diramato questo pomeriggio, "sulla previsione che le concessioni petrolifere gia' rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto i termini gia' previsti dalle concessioni stesse". La sentenza sara' depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge. Sono state invece dichiarate improcedibili le richieste su altri 5 quesiti per i quali l'Ufficio centrale per il referendum della Cassazione aveva dichiarato l'estinzione del giudizio, dopo le modifiche apportate dall'ultima legge di Stabilita'. Di tale pronuncia, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto.
E' tutto incentrato sulla "durata di vita utile del giacimento" il quesito referendario ammesso oggi dalla Corte costituzionale. In particolare, con il referendum si chiede di pronunciarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere gia' rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti. Il quesito era stato riformulato con l'ordinanza emessa il 7 gennaio dalla Cassazione, sulla base delle modifiche introdotte in materia dall'ultima legge di Stabilita': mentre gli altri 5 quesiti - inizialmente dichiarati ammissibili dalla Cassazione - erano venuti meno proprio in ragione delle nuove norme, l'Ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte, per il sesto, aveva rilevato che la legge, in tal modo, proroga di fatto "i termini gia' previsti dalle concessioni stesse". Il referendum era stato chiesto da 10 Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Ma l'Abruzzo, il 14 gennaio scorso, aveva deciso di rinunciare, revocando la procura rilasciata all'avvocato che in udienza ha rappresentato i delegati dei Consigli regionali. La chiamata alle urne per il riferendum sara' possibile nella prossima primavera
I commenti politici
"Accolgo con grande rispetto la decisione della Consulta sul referendum residuale. Questa circostanza non modifica le strategie della Giunta che presiedo la quale, e' bene ricordarlo, e' stata tra le prime a promuovere il ricorso all'iniziativa referendaria per contrastare l'arrivo di Ombrina". Lo afferma il presidente della Regione Luciano D'Alfonso. "Accolgo positivamente - prosegue - la notizia secondo la quale il Governo ha in preparazione un intervento normativo sulla durata delle trivellazioni, a dimostrazione del fatto che la linea del dialogo e' quella giusta. Domani, come noto da tempo - ricorda infine il governatore - saro' a Palazzo Chigi dal Sottosegretario Claudio De Vincenti per ottenere risultati fattivi nella tutela del mare blu e delle isole Tremiti".
"Apprendiamo con gioia che il quesito referendario contro le trivelle e le ricerche degli idrocarburi in mare e' stato ammesso dalla Consulta. Vano, pertanto, e' stato lo sforzo di ruffianeria del Presidente della Regione, Luciano D'Alfonso e della sua Giunta che proprio giorni fa, a tal proposito, hanno fatto un passo indietro". Queste le parole dell'on. Fabrizio di Stefano a seguito della decisione della Consulta di ammettere il quesito referendario contro le trivelle e le ricerche degli idrocarburi in mare. Replica immediata di Camillo D'Alessandro (Pd): "Il quesito referendario ammesso oggi dalla Consulta - chiarisce l'esponente politico Pd - non risolve cio' che accade oltre le 12 miglia, poiche' affronta solo le attivita' gia' autorizzate entro tale limite. L'unica certezza e' che - anche grazie al nostro intervento - Ombrina di ferro non si fara', indipendentemente dall'esito referendario, perche' tutte le attivita' estrattive entro le 12 miglia sono state bloccate dalla norma approvata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale e concordata da noi con il Governo, mentre solo qualche settimana fa la partita era gia' chiusa e nessuno sperava piu' nella norma governativa. Ora l'iniziativa politico-istituzionale va avanti: continueremo a batterci per una soluzione legislativa positiva che tuteli il mare blu oltre le 12 miglia e il giacimento naturale delle isole Tremiti", conclude D'Alessandro.
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