"Siamo tornati costituzionali, il ministro Delrio ha voluto fare una riforma in vitro che non si e' conclamata con l'approvazione del referendum, quindi bisogna tornare indietro perche' di fatto e' incostituzionale". Cosi' Antonio Di Marco, presidente della Provincia Antonio Di Marco, commenta la situazione che riguarda le province, all'indomani della bocciatura del referendum costituzionale che prevedeva la loro abolizione. "Come rappresentante di questa istituzione - prosegue Di Marco - ritengo che sia una votazione che risponde alle difficolta' riscontrate dai cittadini alla luce della trasformazione delle province, che sono rimaste comunque a gestire le deleghe specifiche della viabilita' e delle scuole, con la difficolta' ulteriore che i trasferimenti non ci sono piu' e che addirittura ci sono i tagli. Il mantenimento delle Province nella Costituzione mette il territorio in una condizione di maggiore certezza rispetto agli interventi che il Governo dovra' fare in termini di pianificazione finanziaria - aggiunge il presidente della Provincia pescarese - C'e' bisogno di rivedere la legge Delrio perche' dobbiamo essere forniti delle risorse necessarie". A breve, infatti, occorrera' approvare il bilancio di previsione 2017. "Con la fiducia sulla finanziaria non si avra' nessun emendamento, che come Unione delle Province italiane avevamo richiesto, in modo da consentire alle Province di fare il nuovo bilancio - sottolinea Di Marco - A gennaio dovra' dunque partire una ulteriore fase di rettifica e di approfondimento della finanziaria, per consentire alle province di fare i bilanci. Peraltro e' entrato nel merito anche il presidente della Repubblica - continua il presidente della Provincia di Pescara - per dire che le province, dal momento che restano in Costituzione, non possono non avere le risorse necessarie per gestire le deleghe". Secondo Di Marco, infine, "i cittadini hanno scelto di confermare le province nell'assetto costituzionale e questo mette noi presidenti nelle condizioni di sapere che dovremo ricevere risposte sul piano finanziario, ma anche nella riorganizzazione dell'assetto elettivo, perche' non puo' essere che i consigli si rinnovino ogni due anni, che il presidente dura solo quattro anni e che le aree vaste non si sa esattamente cosa significhino"
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