Diminuisce il credito erogato in Abruzzo alle imprese, indipendentemente da dimensione o natura giuridica, mentre crescono depositi e risparmi postali, a ritmo doppio della media italiana. Lo attesta lo studio messo a punto per la Cna regionale da Aldo Ronci su dati Bankitalia. Tra aprile e giugno si e' registrata un'ulteriore caduta di impieghi verso i comparti produttivi, 69 milioni di euro rispetto al trimestre precedente. Un dato che pone l'Abruzzo in negativa controtendenza rispetto alla media Italia: -0,47% a fronte di un incremento dello 0,20% nazionale. Ad eccezione dell'Aquilano - che ha visto una crescita di 37 milioni - le altre tre province hanno pesantemente risentito della tendenza: il Teramano (-9 milioni), ma soprattutto il Pescarese (-42 milioni) e il Chietino (-55). Il decremento del credito alle imprese fino a 5 addetti (la dimensione dell'artigianato e della micro-impresa) e' stato di 8 milioni di euro cui vanno aggiunti i 61 delle societa' "non finanziarie", un totale di 69 milioni. L'attivita' economica che ha subito il decremento piu' consistente e' quella manifatturiera, 84 milioni in meno; hanno registrato decrementi meno importanti le costruzioni (-30) e i servizi alle imprese (-24). Unica attivita' che ha segnato un incremento apprezzabile il settore immobiliare (+58). Parallelamente nelle banche e alle Poste nel secondo trimestre 2016 gli abruzzesi hanno depositato 129 milioni di euro in piu'. L'incremento delle "sofferenze", ovvero i crediti divenuti inesigibili da parte delle banche, e' stato di 77 milioni, una crescita percentuale dell'1,83% (media Italia 0,99%). Quota tanto elevata da generare un'impennata sia nel rapporto con il credito erogato (17,19% a fronte dell'11,90% nazionale) sia sui tassi d'interesse nei confronti della clientela: 8,03% con uno spread di 2,82 punti percentuali rispetto alla media Italia. In relazione al trimestre precedente: con la cessione dei crediti in sofferenza da parte delle quattro banche in amministrazione straordinaria (Banca delle Marche, Banca dell'Etruria, Cariferrara e, in Abruzzo, Carichieti) si e' determinato nelle regioni di riferimento un crollo degli impieghi, per l'Abruzzo tradotto in una flessione di 696 milioni di euro, in percentuale -2,88%: secondo peggior risultato tra le regioni italiane dopo le Marche.
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