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Pubblicato il 23/04/2016 17:05

Fondi Ue, l'Italia rischia di non utilizzare 9,3 miliardi

Sulla dotazione totale 46,4 miliardi di euro prevista per l'Italia dalla ue per il programma 2007-2013, l'Italia rischia di non utilizzare e quindi di perdere 9,3 miliardi di euro. Era fissata al 31 dicembre 2015 la data entro la quale bisognava far ricorso a questi contributi: il nostro Paese tuttavia alla fine dello scorso anno avrebbe utilizzato solo 37,1 miliardi di euro (pari al 79,9% del totale). All'appello della certificazione mancherebbero quindi 9,3 miliardi di finanziamenti europei, dei quali 6,6 in capo alle regioni e 2,7 miliardi di competenza dello Stato centrale. A calcolarlo e' la Cgia di Mestre: per l'ufficio studi degli Artigiani esiste tuttavia un salvataggio in calcio d'angolo dato  dal fatto che le Regioni hanno comunque tempo fino al 31 marzo 2017 per presentare le pezze giustificative delle spese sostenute, anche se queste ultime devono essere state fatte entro e non oltre la fine dello scorso anno. E anche in questo caso esiste una immancabile graduatoria a indicare le aree piu' veloci e quelle piu' lente a utilizzare i fondi europei. Ad eccezione della Puglia, fino ad ora sono state le Regioni del Sud a sembrare le meno interessate a pescare da questi tesori. Oltre il 54% delle risorse messe a disposizione delle Regioni e non ancora certificate al 31 dicembre 2015 sono riconducibili alla Sicilia (1,9 miliardi di euro) e alla Campania (1,6 miliardi). In queste due realta' l'incidenza percentuale della spesa certificata sul totale delle risorse europee assegnate ammonta rispettivamente al 66,4 e al 69%. Niente a che vedere con quanto avvenuto al Nord: la Liguria, ad esempio, ha utilizzato il 94,7% della dotazione complessiva, il Friuli Venezia Giulia il 94,1%, la provincia di Trento il 94%, le Marche il 93 e il Veneto il 92,9. Sorprendente il risultato ottenuto dalla Puglia: della dotazione totale, l'incidenza percentuale della spesa certificata al 31 dicembre scorso ha toccato quota 93. L'elaborazione della Cgia ha analizzato anche il rapporto dare-avere tra l'Italia e l'Unione europea. Negli ultimi 15 anni il nostro Paese e' risultato essere un contribuente netto, ovvero gli italiani hanno versato piu' di quanto hanno ricevuto. Tra il 2000 e il 2014 l'Italia ha dato all'Unione europea 210,5 miliardi. Sempre nello stesso periodo ci sono stati "restituiti" 151,6 miliardi di euro di fondi, agevolazioni e contributi vari. Il saldo e' stato positivo e pari a 58,9 miliardi di euro che in termini pro capite valgono 970 euro. Dalla Cgia, infine, ricordano che nel 2014 l'Italia ha versato come contribuente netto all'Ue 173 euro al secondo, 10.355 euro ogni minuto, 621.292 euro all' ora e 14.910.999 euro al giorno. Se appunto negli ultimi 15 anni abbiamo registrato un saldo positivo di 58,9 miliardi di euro, nel 2014 il nostro contributo netto e' stato di 5,4 miliardi, nel 2013 era di 4,7 miliardi, nel 2012 di 5,7 miliardi e nel 2011 di 6,6 miliardi di euro

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